VERONA – In occasione del 56° salone internazionale dei vini e dei distillati “VINITALY”, la seconda giornata dei lavori è cominciata con il convegno “La legalità alimentare. Le garanzie scientifiche e giuridiche nel percorso del vino”, organizzato da Accademia Italiana della Vite e del Vino (A.I.V.V.) in collaborazione con il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri (CUFA).
Il convegno, tenutosi presso una gremita sala Rossini del Centro Congressi Arena e moderato dall’avv. Danilo Riponti di A.I.V.V., ha visto introdurre i lavori dal Generale C.A. Andrea Rispoli, Comandante del CUFA. Il Generale ha inizialmente illustrato la specialità dell’Arma nel comparto agroalimentare precisando che si tratta di un settore la cui tutela è sempre stata considerata con grande attenzione dai Carabinieri visto che rappresenta un asset strategico nonché fattore preminente di crescita del PIL nazionale.
I FENOMENI CRIMINALI NELLA FILIERA AGROALIMENTARE CON PARTICOLARE INTERESSE PER QUELLA DEL VINO
In questo quadro di grande interesse economico, tutta la filiera, in particolare quella del vino, diventa elemento di grande attrazione, oggi, ancor più del passato, da parte delle organizzazioni criminali, che con i loro comportamenti illeciti, quali l’evasione fiscale, l’appropriazione indebita, il caporalato, l’illecita percezione di fondi comunitari, l’illecita gestione dei rifiuti e la contraffazione alimentare, sono capaci di inserirsi in un sistema che, invece, rappresenta un’eccellenza mondiale di impareggiabile valore.
E’ per questo che l’Arma dei Carabinieri, attraverso la sua articolazione territoriale e di specialità, in particolare con i Reparti alle dipendenze del Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari (CUFA), quali il Comando per la Tutela Agroalimentare, il Comando per la Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica, il Comando per la Tutela della Biodiversità ed il Comando per la Tutela Forestale e dei Parchi, è ogni giorno impegnata per contrastare l’effetto criminogeno delle associazioni per delinquere ma anche per identificare ed impedire che i fenomeni di indebita percezione dei fondi comunitari, di slealtà commerciale e di contraffazione dei marchi tutelati (Denominazioni di Origine), possano protrarsi nel tempo.
Uno dei settori che maggiormente risente di queste problematiche è quello del vino, non solo in termini di volume d’affari, visti gli elevati livelli di esportazione del prodotto, ma anche in relazione all’incidenza del numero degli addetti rispetto al livello occupazionale generale. Con i suoi 42.5 milioni di ettolitri del 2023 (fonte Istat) è il settore trainante del pianeta agroalimentare, e per questo motivo è anche il primo ad essere soggetto a contraffazioni e violazioni di ogni tipo.
LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO PER LA TUTELA DEL SETTORE
Considerata l’importanza economica che riveste, il legislatore, sin dal passato, ha dovuto disciplinare il più possibile questo settore ponendo molta attenzione a tutte le sue connotazioni produttive e commerciali.
Infatti, la legislazione italiana moderna in ambito vitivinicolo nasce nel 1963, quando, con il D.P.R. 930, venivano stabilite le regole per la tutela delle denominazioni di origine dei mosti e dei vini. Questo Decreto condensava e riorganizzava l’intero complesso di leggi e regolamenti fino a quel momento vigenti e introduceva le DOC (Denominazioni di Origine controllata) e DOCG (Denominazioni di Origine Controllata e Garantita), mentre per la regolamentazione delle IGT (Indicazioni Geografiche Tipiche) si è dovuto attendere la Legge n.164 del 1992, che ha dato attuazione alle norme europee in materia di etichettatura ed imbottigliamento dei vini. Successivamente, il Regolamento n. 479 del 29 aprile 2008 ha esteso al vino le sigle DOP (Denominazione Geografica Protetta) ed IGP (Indicazione Geografica Protetta), già utilizzate per molti prodotti agroalimentari. Sotto le DOP ricadono le DOC e le DOCG e sotto le IGP, le IGT. Le “vecchie” denominazioni rimangono di fatto in uso come “menzioni tradizionali”.
Il settore vitivinicolo, vista la sua importanza, è l’unico che possiede un impianto legislativo complesso, denominato “Testo Unico della vite e del vino” (Legge 238 del 12 dicembre 2016), ma che, di fatto, rappresenta la disciplina della coltivazione della vite, della produzione e del commercio dei prodotti vinosi.
In ambito di tutela delle Denominazioni di
origine (DOP, IGP e menzioni
tradizionali), la Legge 238/16 rappresenta,
oltre al codice penale, uno straordinario
strumento di tutela, in quanto al suo interno vengono stabilite le regole di ottenimento dei vini a DO e gli aspetti sanzionatori previsti nel caso di violazioni del “Disciplinare di produzione”. In particolare, la L. 238/16 definisce la provenienza geografica e stabilisce le caratteristiche che il prodotto agroalimentare deve possedere per rientrare nei parametri di una determinata denominazione.
I CONTROLLI DEI CARABINIERI CONTRO L’ “AGROPIRATERIA”
Il Comando Carabinieri per la tutela agroalimentare rappresenta uno degli apparati che, attraverso la specializzazione dei propri carabinieri, si occupa di valutare il fenomeno dell’agropirateria nel comparto agroalimentare.
Non esiste un controllo standard in questo settore ma, di volta in volta, vi è la necessità di effettuare una specifica “anamnesi” aziendale che consenta di valutare la consistenza produttiva ed economica. Tale metodologia investigativa, svolta mediante i database in uso al Comando, consente, da una parte, di conoscere il reale potenziale vitivinicolo posseduto dall’impresa, espresso in resa per ettaro di uva, e, dall’altra, di capire a chi l’uva o il vino ottenuto siano stati venduti. Inoltre, uno strumento importantissimo che aiuta nell’identificazione di possibili condotte illecite è il sistema di valutazione mediante il “GIS” (Geographical Information System). Questo strumento consente di identificare la reale esistenza dei vigneti, il sesto d’impianto, l’età del vitigno al fine di verificare la reale capacità produttiva dell’azienda ed individuare possibili condotte fraudolente.
LE NUOVE TECNOLOGIE AL SERVIZIO DEI CONTROLLI: IL PROGRAMMA SPAZIALE “IRIDE”. Una nuova frontiera, però, è alle porte, un nuovo sistema di osservazione della Terra sarà in funzione già nel prossimo 2026, il suo nome sarà “IRIDE” e rappresenterà uno tra i più importanti programmi spaziali europei che potrà essere impiegato sia in ambiti militari che civili e quindi anche nella lotta alle frodi agroalimentari. Lo stesso sarà utilizzato dal CUFA anche per il forest monitoring al fine di monitorare le risorse forestali.
Questo strumento sarà realizzato in Italia su iniziativa del Governo, sotto la gestione dell’ESA – European Space Agency – e con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). IRIDE è un vero e proprio sistema di costellazioni di satelliti della tipologia “Upstream Segment” (LEO), “Downstream Segment” (infrastruttura operativa a terra) e “Service Segment” (servizi destinati alla Pubblica Amministrazione italiana). Sarà unico nel suo genere e ci consentirà di determinare anche l’andamento della produttività delle colture, consentendoci, quindi, di poter anticipare ed eventualmente interrompere quelle che potrebbero essere pratiche illecite in atto.
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