ERCHIE- Hanno sigillato l’ultimo cartone e caricato circa 70 quintali di omogenizzati, latte in polvere, salviettine, pannolini, indumenti e medicine per i bimbi su un camion: è iniziato alle 13 dell’11 marzo il viaggio di don Mimmo Sternativo, fra Francesco Cicorella e Vincenzo Celino di Erchie.
Destinazione, la casa “Il Sorriso di Mariele” delle Clarisse francescane a Braila, in Romania, dove le mamme arrivano dalla frontiera dell’Ucraina per rifocillare i propri figli e se stesse e riprendere il viaggio verso la libertà e la protezione che da 15 giorni manca nella loro terra.
Si chiama “Condividiamo” l’iniziativa di solidarietà lanciata da don Mimmo Sternativo, parroco della chiesa madre di Erchie, Natività di Maria Vergine, e che in sei giorni ha visto anche cittadini di Francavilla Fontana, scuole e varie associazioni fare la processione con gli alimenti da portare in dono alla frontiera del conflitto bellico che ha raso al suolo persino gli ospedali.
“Impiegheremo circa 22 ore per arrivare a Braila – ha detto don Mimmo poco prima di imbarcarsi sul traghetto che alle 13 è partito da Brindisi per arrivare in Grecia e riprendere il viaggio della solidarietà su strada.
“Il signor Vincenzo ha messo a disposizione il camion del suo mobilificio per trasportare tutti gli alimenti raccolti in Romania. Lì, le clarisse li smisteranno al confine e aiuteranno le mamme con i loro piccoli che fuggono dall’Ucraina” ha detto ancora don Mimmo con voce commossa per la solidarietà che i suoi parrocchiani e tanta altra gente ha dimostrato in un momento così difficile per il mondo intero.
“L’intera comunità ha accolto l’invito di frate Francesco e tutti hanno aiutato a sistemare gli alimenti nei pacchi e poi li abbiamo caricati sul camion: 30 pedane piene” ha detto ancora don Mimmo, mentre fra Francesco, accanto a lui suggeriva i numeri. Il rientro dei tre corrieri buoni samaritani è previsto per la giornata di martedì 15 marzo e in programma ci sono altri viaggi per trasportare ancora alimenti e coperte al fronte. “Questa guerra è ingiusta come ogni guerra, non si guarda così il proprio fratello, per proprio interesse. È complicato soprattutto quando si trasforma in attacchi negli ospedali che proteggono la vita” ha detto don Mimmo poco prima di chiudere la telefonata, pregando che presto possa finire tutto.
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