Un Piano Industriale che dovrebbe salvare azienda e lavoratori, ma che ancora non pienamente rispettato.
La crisi aziendale del colosso dei divani Natuzzi, azienda pugliese leader nel settore, preoccupa i sindacati che mercoledì 22 marzo hanno deciso di incontrarsi sotto la sede romana del Mimit, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per manifestare le proprie preoccupazioni, con 600 lavoratori.
Al centro della mobilitazione, la richiesta di un impegno del Governo sul rilancio del Gruppo, alle prese con una crisi ventennale. Una delegazione delle segreterie nazionali di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil è stata ricevuta dai rappresentanti del ministero.
“Si è trattato di un incontro positivo e proficuo – dichiarano le segreterie nazionali dei tre sindacati – perché è servito a rimettere in moto la cabina di regia, indispensabile per risolvere questa situazione delicata e complessa. Il prossimo incontro è stato fissato per martedì 9 maggio prossimo, e servirà a far ripartire il confronto tra i rappresentanti delle istituzioni, l’azienda e le organizzazioni sindacali, monitorando costantemente l’andamento del Piano industriale 2022-2026, vera chiave di volta della risoluzione della vertenza”.
“Lo sblocco delle risorse da parte di Invitalia in corso dei giorni scorsi – sottolineano – è sicuramente un fatto positivo, ma non intendiamo abbassare la guardia e torniamo a chiedere garanzie precise sul mantenimento dei livelli occupazionali e sulla richiesta di proroga del contratto di espansione, strumento indispensabile per la riuscita del Piano industriale”.
Nel corso dell’incontro al Mimit è stato ricordato che Natuzzi ha siti produttivi in Basilicata e Puglia, occupando circa 2.000 persone e rappresenta ancora un punto di riferimento non solo per il Mezzogiorno ma per l’intero settore manifatturiero e terziario del Paese.
“La questione ruota sui fondi – spiega Luigi Fiore delegato FENEAL UIL – che ancora oggi Invitalia analizza, dando alle parti sociali per giorno 9 maggio appuntamento al tavolo convocato al Mimit con la task force. Qualora gli impegni assunti venissero mantenuti allora potremmo mettere la parola fine a una vertenza che dura da troppo tempo,dando prospettive e rassicurazioni a 2.000 famiglie”.
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