Roma – Eni non molla, ma sindacati e lavoratori nemmeno. Alla luce dei fatti si paventa un nuovo sciopero generale. La chiusura degli stabilimenti di cracking di Priolo e Brindisi, avrà un gravissimo impatto sull’intero apparato industriale italiano, dicono i sindacati in presidio davanti ai cancelli romani dell’azienda. Con loro ci sono anche alcuni parlamentari di Avs, Pd e 5stelle. Non è l’Esecutivo che decide, ma gli interessi finanziari della stessa Eni. C’e’ il totale disimpegno del Governo sulla vicenda, anche contro il volere delle Istituzioni Regionali e locali. L’attuale piano porterà a danni ingenti per tutto il sistema industriale a causa dell’ulteriore dipendenza energetica e commerciale da paesi extra UE oltre il danno per 20 mila lavoratori.
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