“La Corte di Giustizia Ue sull’ex Ilva è chiara: se l’attività del polo siderurgico tarantino è incompatibile con la tutela dell’ambiente e della salute umana, quell’attività va fermata. Una pronuncia all’insegna del più crudo realismo, ma chiarissima. A oggi, come abbiamo rilevato e denunciato più volte, quella compatibilità non c’è”. Comincia così un nota di Mario Turco, vicepresidente del M5s e coordinatore comitato economia, lavoro e imprese.
“In questi giorni si è fatto un gran parlare di un’analisi di valutazione d’impatto sanitario (VIS) formulata dalla stessa Acciaierie d’Italia in base a cui, per farla breve, i danni provocati alla salute dei tarantini dall’acciaieria sarebbero in diminuzione e con essi anche la presenza di inquinanti nell’aria – continua Turco -. Un’analisi che suscita non poche perplessità, visto che essa resta ancorata al riesame Aia di un anno fa, che comunque contempla ancora il ciclo a carbone e l’utilizzo di un altoforno per incenerire plastiche e altri materiali”.
”Insomma, questo studio, che ancora non siamo riusciti a consultare, lascia decisamente il tempo che trova. E ci dice che i rischi per la salute dei cittadini di Taranto non sono affatto azzerati. Questa Vis si limita a rilevare che l’inquinamento e gli annessi rischi sanitari erano più alti anni fa: ci mancherebbe, visto che l’acciaieria produceva il triplo di quanto fa oggi. Non dice però che oggi le potenziali conseguenze infauste per la salute sono nulle. Si parla di rischio accettabile, ma i tarantini non vogliono più subire altri rischi alla loro salute e all’ambiente circostante”, sottolinea il senatore Turco.
”E qui torniamo alla Corte Ue: o si comprende una volta per tutte che questa acciaieria può avere futuro solo con produzioni a zero emissioni utilizzando idrogeno verde, oppure va fermata. Il discorso è chiarissimo a tutti, tranne forse a Meloni, Urso, Fratin e compagnia. Ringraziamo i cittadini che ancora lottano e sperano per un futuro diverso per Taranto”, conclude Mario Turco.
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