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Truffa bonus edilizi: gli indagati rispondono al gip

BARI – Hanno risposto a tutte le domande, contestando le accuse mosse dalla Procura di Bari, gli imprenditori Vittorio Andidero e Giancarlo Lucrezio e il commercialista Marco De Marco, indagati a Bari per truffa aggravata ai danni dello Stato e (il solo Andidero) per autoriciclaggio.
I tre sono comparsi davanti alla gip Paola Angela De Santis per l’interrogatorio preventivo, nei loro confronti il pm Lanfranco Marazia ha chiesto i domiciliari. Sulla richiesta della Procura la gip si è riservata e deciderà a giorni. Andidero è difeso dagli avvocati Gianluca Loconsole e Gaetano Sassanelli, Lucrezio dal legale Andrea Starace, De Marco dagli avvocati Michele Laforgia e Federico Massa. L’inchiesta riguarda i presunti “artifici e raggiri” nell’ambito di della riqualificazione e il recupero di una masseria del Salento per la realizzazione di un albergo a 4 stelle, finanziato per il 50% con il contributo erogato dalla Regione nell’ambito dei programmi integrati di agevolazione PIA turismo. Lavori che l’azienda Modoni Building di Andidero ha appaltato alla Sigma di Lucrezio. De Marco, sempre secondo l’accusa, avrebbe fatto in modo che la Sigma ottenesse un finanziamento bancario da 250mila euro per simulare i pagamenti di interventi per 1,4 milioni. Per questo, sempre lo scorso 3 aprile, la guardia di finanza ha sequestrato ad Andidero beni per 1,1 milioni di euro, pari alla prima tranche del finanziamento concesso dalla Regione. Gli inquirenti contestano anche la mancata realizzazione dei lavori, di cui invece sarebbe stato attestato il completamento per oltre il 97%. Andidero ha respinto le accuse e sostenuto come tutte le operazioni siano state svolte regolarmente: i lavori, secondo l’imprenditore, sarebbero stati eseguiti nella misura dichiarata; il fondo ‘riserva PIA turismo’ sarebbe stato regolarmente costituito nel bilancio dell’azienda Modoni (e non ‘fittiziamente’, come sostiene la Procura); i 24 bonifici incrociati tra Modoni e Sigma, che gli inquirenti ritengono un meccanismo fraudolento di ‘moltiplicatore del credito’, sarebbero invece giustificati dai contratti siglati tra le aziende. Ovvero, da un lato i preliminari di compravendita della masseria e dei suoli limitrofi in favore di Sigma; dall’altro, con quei bonifici Modoni avrebbe pagato i lavori fatti da Sigma sulla masseria.

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