TERLIZZI- Avrebbero telefonato all’anziana donna spacciandosi per i nipoti e le avrebbero detto che a mamma servivano 10 mila euro per saldare un debito con una società finanziaria, ma era tutta in messa in scena per rubare i soldi all’anziana donna che li ha effettivamente consegnati a due soggetti spacciatisi per dipendenti postali. Due campani sono finiti in manette per aver truffato un’anziana donna di Terlizzi.
Sono stati i militari della sezione Operativa di Molfetta a dare esecuzione all’ordinanza di misura cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica del luogo, nella quale vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) nel procedimento a carico di due soggetti di origine campana, indagati per “truffa nei confronti di persona anziana”.
Il provvedimento dell’autorità giudiziaria recepisce le risultanze investigative svolte dai carabinieri della compagnia di Molfetta, mediante l’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona e l’escussione di testimoni, in ordine a una truffa perpetrata il 23 luglio 2020 a un’anziana di Terlizzi, che all’epoca dei fatti viveva in una zona poco abitata del comune.
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), il sistema utilizzato per truffare la povera donna è stato quello oramai ben conosciuto.
La truffa del 23 luglio 2020: “A mamma servono 10 mila euro per saldare un debito”
La donna avrebbe ricevuto una telefonata da parte di una persona che ha dichiarato di essere suo nipote, e che sarebbe passato da lei il giorno successivo per farsi consegnare la somma di 10 mila euro che avrebbe a sua volta consegnato alla madre (figlia della vittima), che vive fuori regione, per saldare un debito contratto con una società finanziaria. L’anziana per aiutare la figlia e il nipote avrebbe accettato di consegnare la somma richiesta. L’indomani, si sarebbe presentato presso l’abitazione della donna un soggetto che dichiaratosi dipendente delle Poste di Terlizzi, si sarebbe fatto consegnare dapprima la somma di 4800 euro e successivamente ulteriori 3200 euro che avrebbe spedito al nipote della signora.
I due arrestati, come disposto dall’Autorità Giudiziaria mandante, sono stati ristretti rispettivamente uno agli arresti domiciliari e un altro presso il carcere del capoluogo partenopeo.
È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che l’eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
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