Sulla vicenda dell’investimento dei tre ragazzi, alunni del Istituto Orazio Flacco di Castellaneta interviene anche la CGIL di Taranto. Per fortuna, i tre ragazzi di Ginosa, di 14 e 16 anni, hanno riportato traumi e ferite curabili, ma secondo gli esponenti della FLC CGIL Taranto, l’episodio non è che un campanello d’allarme rispetto alle condizioni di insicurezza attorno alla scuola di Castellaneta e non solo.
Quell’episodio che si sarebbe potuto trasformare in una tragedia peggiore è il segnale evidente di come gli spazi urbani attorno alle scuole non siano adeguatamente progettati per i ragazzi, le famiglie e il personale scolastico – è il commento di Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della CGIL di Taranto – che proprio ai grandi progetti di rigenerazione urbana e mobilità sostenibile che di solito accompagnano i dibattiti politici, fa riferimento.
La strada ad alta densità di traffico su cui si affaccia l’uscita del Flacco rischia di ingenerare nuovamente pericoli per gli studenti e tutto il personale della scuola – spiega Domenico Giannico, segretario generale della FLC di Taranto – pericoli che erano stati già adeguatamente segnalati dalla dirigente scolastica del Liceo.
Era stata infatti proprio Maria Giuseppa Giove, preside del Istituto Tecnico Orazio Flacco di Castellaneta a segnalare agli organi competenti sia il non rispetto dei limiti di velocità su quella strada (ndr – il limite di velocità sull’arteria via Taranto è di 30 km orari), sia l’assenza di dissuasori di velocità o di controlli adeguati su un’arteria stradale utilizzata anche dai lavoratori pendolari che quotidianamente dal comune della provincia raggiungono il capoluogo per raggiungere l’area industriale.
Ma c’è un tema in più che fa riflettere.
Tra il nostro istituto e il “Perrone” muoviamo una popolazione di studenti pendolari, provenienti da Laterza e Ginosa, di oltre 400 ragazzi – spiega la preside Giove – quotidianamente, però, questi allievi sono costretti a conquistare il loro posto sugli autobus extraurbani che li riporteranno a casa. Per farlo sono costretti ad affrettarsi perché c’è il rischio di rimanere a terra. Abbiamo chiesto a Regione e Prefettura di intervenire, sono arrivati anche i commissari regionali, ma il numero di autobus destinati al trasporto scolastico non è cambiato.
Il bus extraurbano che ha investito i tre malcapitati infatti percorre quotidianamente quel rettilineo incrociando puntualmente tutta la popolazione scolastica e tutti i lavoratori che operano nel plesso e che attraversano o sostano su quella strada per tornare a casa, e per prendere i mezzi propri o quelli pubblici parcheggiati a loro volta su quella stessa via – dichiara Giannico – una condizione di evidente pericolo che non può sfuggire alle autorità cittadine ma anche alle aziende di trasporto che operano su quel territorio.
Chiediamo all’amministrazione comunale e alle aziende di trasporto, nonché alla Regione, un nuovo piano operativo e di servizio per assicurare condizioni di sicurezza – sottolinea D’Arcangelo – affinché l’esperienza di andare a lavorare o andare a scuola non rappresenti un rischio così grande per la propria incolumità fisica.
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