Anche in Puglia i lavoratori aderiranno alle quattro ore di sciopero nazionale di venerdì 11 novembre, indetto dall’Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato. Una mobilitazione per rivendicare la centralità dei trasporti pubblici e del ruolo degli autoferrotranvieri, principali vittime della mattanza delle privatizzazioni selvagge, dei continui ricorsi ad appalti e subaffidamenti che alimentano sfruttamento e precarizzazione, del susseguirsi di rinnovi contrattuali “farsa” e di aumenti salariali irrisori in cambio della crescente svendita dei diritti. Lo si legge in una nota inviata dall’Usb.
Nonostante il trasporto pubblico rappresenti una delle principali voci di spesa dei bilanci regionali pugliesi, sorretto da ingenti risorse pubbliche sia a copertura del 70% dei costi dei servizi, sia per interventi mirati al rinnovamento del parco rotabile e delle infrastrutture, le ricette sinora messe in campo si stanno dimostrando tutt’altro che efficaci: mancano reali investimenti per l’implementazione dei servizi, l’adeguamento degli attuali tempi di percorrenza che le aziende si ostinano a non riesaminare, l’efficientamento dei mezzi e la sicurezza sui posti di lavoro, in barba al diritto alla mobilità dei cittadini che subiscono continui disservizi.
I deficit organizzativi e gestionali delle aziende del nostro territorio sono sotto gli occhi di tutti: ci sono aziende come la STP Bari e la STP Lecce che, non riuscendo a garantire servizi adeguati, capaci di rispondere alle reali esigenze della collettività, stanno ricorrendo alle esternalizzazioni delle linee con grosse ripercussioni sulle retribuzioni dei propri dipendenti; le Ferrovie Sud Est, recentemente sotto i riflettori per aver elargito premi di risultato ad personam, continuano a mantenere la linea dei disagi a turisti e studenti che rimangono a piedi all’uscita delle scuole; le Ferrovie Appulo Lucane non sono da meno: tra continui ritardi, soppressioni, chiusure di biglietterie e disservizi per i disabili, si preferisce proseguire sulla strada dello svilimento delle risorse umane, ricorrendo ai tagli sulle retribuzioni, alla disdetta unilaterale degli accordi, al mancato riconoscimento di diritti consolidati e stabiliti anche dai tribunali o agli strumenti delle aspettative retribuite al 50% per il personale temporaneamente inidoneo che ben potrebbe essere utilizzato nell’ambito di servizi di assistenza alla clientela. E potremmo andare avanti all’infinito!
Poi ci sono i lavoratori, sui quali si riversano tutte le conseguenze di un servizio che fa acqua da ogni parte, costretti a districarsi tra pesanti carichi di lavoro, il mancato rispetto delle più basilari normative sulla sicurezza e i tempi di riposo, la gravosa responsabilità della mansione e le penalizzazioni economiche dettate da contratti capestro e somministrazione di lavoro interinale, rese ancor più pesanti dall’attuale crisi economica. E l’attuale emorragia di conducenti ed autoferrotranvieri in genere su tutto il territorio nazionale è palese testimonianza dell’ormai evidente indisponibilità a sottostare a determinate condizioni.
Per questo, in occasione della giornata di sciopero dell’11 novembre, una delegazione USB incontrerà l’assessore ai trasporti della Regione Puglia per portare sul tavolo proposte concrete di cui la politica dovrebbe farsi carico. È necessario un reale cambio di passo per salvare i trasporti dalla deriva: il trasporto pubblico deve essere oggetto di una vera e propria rivoluzione sistemica, con interventi mirati per garantire servizi sicuri, efficienti e dignitosi e rimettere al centro il valore pubblico dei servizi e dei Lavoratori.
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