Si sono riuniti in presidio davanti alla sede della Regione Puglia, a Bari, perché vogliono “rispetto per la vita dei trapiantati” e per ricordare che “si corre il rischio di avere organi da trapiantare ma non persone”.
Sono i componenti della Associazione italiana trapiantati di fegato (Aitf) di Puglia che sperano di incontrare i vertici della sanità pugliese a cui chiedono da tempo “una unità operativa pre e post trapianto, un maggior numero di posti letto e personale”, dice la presidente dell’Aitf Puglia, Rita Cuna.
“Siamo stanchi perché dall’ultimo incontro con la Regione sono passati quattro mesi, ma non abbiamo ricevuto risposte. Neppure intasare le caselle di posta elettronica della direzione sanitaria del Policlinico di Bari è servito”, aggiunge con rammarico Cuna.
Lei e gli altri 650 trapiantati hanno infatti protestato nei giorni scorsi inviando mail tutte uguali “ma nessuno ha risposto – evidenziano dall’associazione -. Il rischio è che la difficoltà a gestire le fasi pre e post operatorie comporterà un allungamento delle liste di attesa con il pericolo di avere organi a disposizione ma non malati a cui trapiantarli”.
Attualmente, i trapiantati sono gestiti dalla “Gastroenterologia del Policlinico ma è un reparto che si deve occupare non solo di noi ma anche di chi è in attesa di trapianto gestendo prenotazioni, esami, visite e controlli oltre che di altre persone affette da altre patologie”, ribadisce Cuna.
“Il problema è rappresentato dai fondi che la Regione investe per coprire le spese di un malato che va fuori dalla Puglia e non per realizzare una unità operativa esclusiva per il pre e il post trapianto”, afferma uno dei componenti dell’associazione sottolineando che “qualcuno deve rimettere la barra in asse, altrimenti il diritto alla salute non può essere garantito”.
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