L’imputato non ha mai conosciuto la vittima, non si conosce l’ora esatta del delitto. La sua macchina non è la stessa immortalata nei video, quel giorno il suo telefono aggancia celle telefoniche lontane del luogo del delitto. È evidentemente una persona diversa da quella ripresa dalle telecamere. È la persona sbagliata”. Così gli avvocati Guglielmo Starace e Antonio Fatone hanno chiesto ai giudici della Corte d’assise di Bari l’assoluzione ‘per non aver commesso il fatto’ per il 53enne pescatore da diporto Francesco Brandonisio, in carcere dall’ottobre del 2022 con l’accusa di aver ucciso la trans barese ‘Ambra’ Dentamaro la notte del 23 settembre 2018. La vittima, secondo quanto ricostruito dalle indagini, sarebbe stata uccisa con una coltellata al collo in una strada isolata del quartiere San Giorgio, sulla litoranea a sud di Bari, e fu trovata senza vita all’interno della propria macchina poco dopo le 3 di notte. La scorsa settimana la pm Larissa Catella aveva chiesto la condanna a 30 anni per il 53enne, individuato come presunto responsabile dell’omicidio: dalle immagini delle telecamere di sorveglianza si vede infatti un’auto, compatibile con quella di Brandonisio (con tanto di gommone sul tettuccio, tipico per i pescatori) allontanarsi dal luogo del delitto intorno alle 2.30 di notte. Il suo telefono, sempre intorno a quell’ora, avrebbe agganciato delle celle telefoniche compatibili con quelle del quartiere San Giorgio. Una tesi respinta con forza dagli avvocati di Brandonisio, che oggi hanno anche chiesto ai giudici di “restituire dignità a un uomo che l’ha persa, ingiustamente detenuto da oltre due anni”. La sentenza dovrebbe arrivare nella prossima udienza del 28 marzo. (ANSA).
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