POTENZA – “L’Italia è un paese sismico e la Basilicata è una regione particolarmente vulnerabile. Gli eventi tragici del 1980 hanno segnato un capitolo drammatico nella storia nazionale, sottolineando l’urgenza di comprendere la sismicità del territorio e di progettare strutture sicure, soprattutto nelle aree più fragili. In questo contesto, il ruolo dei geologi si è rivelato cruciale nel comprendere i fenomeni sismici e nell’ideare soluzioni strutturali efficaci, affiancandosi proficuamente alla progettazione degli ingegneri e dei tecnici preposti”. Ad affermarlo è Mary William presidente del Consiglio dell’Ordine dei Geologi di Basilicata.
“Nel corso degli anni, l’Italia ha fatto progressi significativi nella ricerca sui terremoti, supportata dal contributo essenziale dei geologi. Le mappe di pericolosità sismica, ad esempio, evidenziano che Potenza e parte della sua provincia sono classificate come zone a pericolosità medio-alta, dove scosse di una certa intensità sono molto probabili. Il Comune di Potenza dispone di uno Studio di Microzonazione sismica di I livello con la zonazione del territorio comunale in scala di dettaglio”.
”Dal punto di vista scientifico, il recente terremoto di Potenza non è collegato alla crisi dei Campi Flegrei, legata al vulcanismo dell’area, ma è attribuibile a una faglia ben studiata che ha già generato eventi sismici in passato all’interno della catena appenninica. Oggi, grazie ai progressi in ambito di ricerca scientifica, disponiamo di tutte le conoscenze necessarie per mitigare gli effetti negativi dei terremoti su persone e strutture”.
”Uno strumento fondamentale in questo ambito è lo studio degli effetti di sito, che consente di analizzare come il contesto geologico possa amplificare un terremoto fino a triplicarne la forza in determinate aree. È essenziale completare gli studi di microzonazione sismica in tutta la Basilicata. Questi studi permettono di creare mappe dettagliate che identificano le zone più a rischio in base anche alla diversa litologia del suolo, fornendo dati indispensabili per adeguare o costruire edifici pubblici, come scuole e ospedali, affinché siano antisismici”.
”Una priorità in ottica di prevenzione rimangono gli adeguamenti e miglioramenti sismici del patrimonio edilizio esistente, sempre più vetusto nelle nostre città, e delle infrastrutture, unico vero baluardo nei confronti dei terremoti. Senza sminuire il valore del miglioramento energetico, inutile però su strutture vulnerabili dal punto di vista sismico. La prevenzione sismica dipende dalla conoscenza approfondita del territorio e delle sue vulnerabilità, con il geologo che ricopre un ruolo chiave nel processo decisionale e progettuale”.
”Le parole “Fate presto”, pronunciate nel 1980 all’indomani del terremoto dell’Irpinia, rimangono un appello sempre attuale. Solo attraverso una collaborazione sinergica tra geologia, ingegneria e innovazioni tecnologiche sarà possibile affrontare i grandi rischi naturali e costruire un futuro più sicuro e sostenibile per il nostro Paese”, conclude William.
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