Nonostante siano attualmente in discussione in Parlamento sei disegni di legge per contrastare il telemarketing aggressivo, le soluzioni proposte risultano inefficaci. Tra le misure in esame: l’aumento delle sanzioni per le aziende, l’istituzione di un nuovo “registro dei consensi” anziché delle opposizioni e l’introduzione di ulteriori obblighi di trasparenza. Tuttavia, secondo l’Aduc, queste proposte non risolvono il problema.
“Le sanzioni vengono considerate semplicemente un costo d’impresa, mentre i nuovi registri e obblighi burocratici sono inutili se le norme già esistenti non vengono fatte rispettare”, afferma l’avvocato Emmanuela Bertucci, consulente Aduc.
L’unica soluzione realmente efficace, secondo l’associazione, sarebbe il divieto assoluto di stipulare contratti per telefono. In caso di violazione, il consumatore non sarebbe tenuto a pagare il servizio e la società dovrebbe ripristinare gratuitamente il precedente fornitore, senza sospendere l’erogazione del servizio fino alla completa risoluzione del problema.
In Spagna è già in corso d’approvazione una legge simile, sostenuta dall’Antitrust locale, almeno per i settori di luce e gas, tra i più colpiti dal telemarketing aggressivo.
“Solo vietando i contratti telefonici possiamo liberare i cittadini dalle molestie quotidiane dei call center e dalle truffe legate a offerte ingannevoli”, conclude Bertucci.
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