BARI – L’artista non può prescindere dal suo corpo. O forse sì? La domanda è scomoda e ineludibile: dopo due anni di separazione forzosa tra artisti e pubblico, mentre il metaverso conosce un’espansione incontenibile verso nuovi orizzonti di ibridazione uomo/macchina, al corpo degli artisti è riservato uno spazio sempre più compresso. Può esistere un’arte senza i corpi di chi la performa? È stato questo il tema del dibattito che ha dato il via al secondo capitolo del festival Il Peso della Farfalla, con la conversazione Questo è il mio corpo. Le arti performative nell’era del trans umanesimo. L’attrice Licia Lanera ne ha parlato a Prinz Zaum a Bari con Nadia Busato. autrice di Non sarò mai una brava moglie e di Factory Girl.
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