“A novembre, a Bari per la tassa di soggiorno la musica non cambia: l’evasione resta al 50%, come a ottobre nel primo mese di applicazione. Non cambia neanche la tendenza all’abusivismo ricettivo degli pseudo imprenditori turistici della città. A novembre le strutture registrate sulla piattaforma Paytourist risultano in totale 1.887, di cui 1.190 per le locazioni brevi, mentre a ottobre erano in totale 1.742, di cui 1.149 per locazioni brevi. Resta, invece, invariato il numero delle strutture proposte su Airbnb che sono oltre 2.500”. E’ quanto dichiara in una nota Francesco Caizzi, vicepresidente nazionale e leader pugliese della Federalberghi.
“Le strombazzate propagandistiche del sindaco e dell’assessore al ramo sugli impegni finalizzati alla repressione del dannoso fenomeno dell’abusivismo ricettivo hanno lasciato il tempo che hanno trovato – aggiunge -. Solo 41 strutture in più sono entrate nella legalità, mentre restano ancora ‘in libertà’ più di 1.300 abusivi che, oltre a non pagare la tassa di soggiorno, continuano a creare con un’incontrollata concorrenza sleale gravi danni agli operatori legali in cui sono annoverate tutte le strutture alberghiere”.
“Bari, che gli araldi dell’assessorato hanno propagandato con un 2023 sempre in crescita, deve accontentarsi di un novembre opaco con un calo di oltre mille presenze rispetto al 2022. I nostri alberghi hanno segnato un indice di riempimento medio del 40%, per lo più riveniente dal turismo business, meeting, congressi e fiere specializzate. Eppure dal fronte aeroporto si festeggiano i nove milioni di passeggeri raggiunti, in anticipo di un mese rispetto alle previsioni. Il nostro Comune, insomma, continua a latitare dal versante delle politiche turistiche”, conclude Caizzi.
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