Si è svolta oggi, giovedì 13 luglio, al Tar di Lecce la prima udienza sul ricorso presentato da Acciaierie d’Italia contro l’ordinanza del 22 maggio scorso del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che intimava il fermo dell’area a caldo in mancanza di interventi sulla riduzione delle emissioni di benzene.
Era stata già concessa la sospensione in via interinale dell’efficacia del provvedimento in attesa della trattazione di merito. Il Comune di Taranto riferisce in una nota che il procedimento si è svolto “in camera di consiglio dinanzi all’organo giudicante” e “ha visto i legali di Comune e Provincia (affiancati dai colleghi di Regione Puglia, Arpa e Asl di Taranto), evidenziare l’allarmante situazione che a livello sanitario un intero territorio è costretto a subire da decenni e sottolineare che a chiedere il rigetto della sospensiva e, di conseguenza, la piena operatività dell’ordinanza non c’è solo un’amministrazione, ma un’intera comunità”.
Preso atto di quanto esposto dalle parti, il tribunale si è riservato la decisione. Il Comune aggiunge che “a Lecce erano presenti, oltre al sindaco Melucci, una rappresentanza compatta delle amministrazioni locali, e Legambiente, che ha formalizzato la sua costituzione nel procedimento.
Una presenza massiccia che ha voluto rappresentare come quella ambientale, a Taranto, non debba essere considerata una ‘questione locale’, ma una questione che, interessando l’intero Paese, deve essere risolta il prima possibile senza ulteriori rinvii”.
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