“Unica possibilità di dialogo con Melucci il ripristino della maggioranza risultata vincitrice alle ultime elezioni e l’azzeramento dell’attuale composizione della giunta. Una ripartenza nel rispetto del mandato elettorale”. Lo dicono al sindaco Rinaldo Melucci, i partiti regionali pugliesi che formano la maggioranza di centrosinistra che a Taranto aveva costituito la giunta all’indomani delle elezioni di giugno 2022.
Elezioni vinte dallo stesso Melucci al primo turno col 60 per cento delle preferenze (il sindaco era candidato al secondo mandato). Nella vicenda di Taranto, intervengono direttamente i vertici regionali con Domenico De Santis )Pd Puglia), Leonardo Donno (M5S Puglia), Domenico Tanzarella (Psi Puglia), Fulvia Gravame (Verdi Puglia) e Michele Boccardi (CON Puglia, è il movimento civico che fa capo al governatore regionale Michele Emiliano). Nelle scorse ore, già Psi, Verdi e Cinque Stelle erano usciti dalla maggioranza di Melucci: decisione ora annunciata anche da PD e CON.
Tutto è nato dall’allargamento della coalizione a Italia Viva (nel frattempo diventato il gruppo più numeroso in Consiglio grazie a cambi in corsa e acquisizioni, pur non avendo partecipato direttamente alle comunali del 2022), rappresentata in Comune da consiglieri che a novembre 2021 hanno provocato lo scioglimento anticipato del Consiglio e quindi la caduta di Melucci, e dall‘adesione a Italia Viva dello stesso sindaco di Taranto dopo l’abbandono del Pd.
Mosse che hanno provocato le proteste della base del Pd attraverso i circoli. Ora, i vertici regionali del centrosinistra non va giù che “gli esponenti che abbiamo battuto nelle urne e non avevano partecipato al nostro progetto iniziale, sono parte integrante di questa coalizione, egemonizzandone il peso politico. Il tutto mentre l’Ilva rischia il collasso senza nessuna salvaguardia per i lavoratori e per la salute e lo stesso Melucci si presta a operazioni ancillari con Fitto che in parallelo occulta accordi al ribasso con la multinazionale indiana, che ha dimostrato non avere a cuore il benessere delle comunità territoriali”.
Per Pd, Cinque Stelle, Verdi, Psi e Con, “questa amministrazione era nata nel solco della riconversione economica, sociale e culturale, nonché della salvaguardia ambientale della città con una forte spinta alla trasformazione della fabbrica con la chiusura dell’area a caldo e la modernizzazione dell’intera città”.
“Un mese fa – rilevano le forze del centrosinistra -, avevamo appreso che il sindaco voleva occuparsi solo della città e cercava nuovi stimoli solo nell’affrontare i problemi che attanagliano Taranto, mentre in 9 giorni lo ritroviamo leader del partito di Renzi (quello dei decreti) snaturando completamente la coalizione iniziale. Non possiamo più accettare questo stato delle cose”.
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