”L’eterogenesi dei fini (avere obbiettivi in comune a partire da percorsi differenti), mi porta a porre anche la mia firma dal notaio. L’obbiettivo è comune, cioè liberare la città da un’amministrazione oggettivamente inadeguata, ma il percorso realizzato in questo anno e mezzo di consiliatura con gli amici del partito democratico e con la rimanente parte del centrosinistra, è oggettivamente differente”, scrive Gianni Liviano, consigliere comunale di Demos, in una nota firmata anche da Bruno Pastore (segretario provinciale Demos) e Rocco Ressa (presidente provinciale Demos).
”La mia è una scelta politica coerente, che si è manifestata in maniera chiara da subito e che è stata motivata solo da valutazioni politiche: il Comparto 32, l’Amiu, la perimetrazione del parco del Mar Piccolo, il senso di responsabilità con cui si interpreta il ruolo, il rispetto per le istituzioni e per le persone, la valorizzazione per meriti e non per appartenenze”.
”Quella degli amici del Centrosinistra è una scelta maturata nell’ultimo periodo, indiscutibilmente accompagnata da pressioni baresi, manifestata in questi giorni in maniera cruenta, con stracci che volano, con il fango che schizza e arriva su questioni personali che nulla hanno a che fare con la politica. E questo da parte delle stesse persone che fino a poche settimane fa erano forti sostenitori di Melucci e ne decantavano, a ogni pie’ sospinto, le sue gesta e le sue (supposte) capacità”.
”Nel percorso finora realizzato, non ho molto in comune con chi fino all’altro giorno, anche sui social, accompagnava ogni suo pensiero con la scritta #amministrazionemelucci e ora si inveisce contro il sindaco rinnegando un recente passato che lo ha visto protagonista. Non dimentico che quando, da capogruppo indipendente del PD provavo a porre temi politici, le stesse persone che ora si ribellano contro Melucci ne tessevano le lodi e gli garantivano, inveendo contro di me, fedeltà eterna”.
”Ugualmente non mi appassiona l’idea di essere omologatore consapevole e non volontario di scenari costruiti a Bari e che vedano sin da ora la ripartizione di ruoli tra i partiti della coalizione per trovare la quadra dei candidati sindaci nelle varie città. Con queste parole non si intende chiudere la porta ad alcuno, ma semplicemente di provare a rimanere, come sempre, nell’alveo dell”onestà intellettuale e della ricerca di verità”.
”Nella stessa maniera non ho molto in comune con la politica quando diventa populismo e mera denuncia, né tanto meno con la cultura di destra. Abbiamo storia e vissuti differenti. Per me la Politica si basa sull’equilibrio, sul rispetto delle persone e sul senso di responsabilità. Per me la Politica va oltre la denuncia e cerca le risposte ai problemi, avvalendosi delle competenze migliori e non dei piu’ fedeli come in questi anni è stato fatto”.
”Ciò nonostante mi recherò dal notaio insieme alle altre sedici persone eventualmente disponibili e porrò la mia firma perché sono certo che non ci siano più gli spazi politici di una ricomposizione della forte frattura esistente tra Melucci e la città di Taranto”, conclude Gianni Liviano.
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