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Taranto: lavoratori Kyma Mobilità, la protesta non si placa

A seguito dell’azzeramento e del prelievo degli utili di bilancio da parte del Comune di Taranto nei confronti dell’Azienda Kyma Mobilità, la protesta dei lavoratori continua a farsi sentire. La determinazione dell’UGL Autoferrotranvieri, nel rivendicare maggiori riconoscimenti per i lavoratori, sta raccogliendo risultati significativi, dimostrando che la loro battaglia non è priva di fondamento.

Lo sciopero, indetto lo scorso venerdì 20 settembre 2024 dalle ore 20:00 alle ore 24:00, ha visto un’ampia partecipazione, con circa il 70% della forza lavoro impegnata nelle corse serali che ha aderito alla mobilitazione. Nonostante le proposte dell’amministrazione comunale, rappresentata dall’Assessorato alle Partecipate, non siano state giudicate soddisfacenti, il sostegno è arrivato non solo dai membri dell’UGL, ma anche da molti altri lavoratori non iscritti al sindacato che hanno abbracciato le rivendicazioni proposte.

Dei 65 turni uomo previsti, ben 46 lavoratori hanno preso parte allo sciopero, includendo anche personale impiegato in altri settori come capolinea e verificatori di titoli di viaggio. Un risultato che risponde alle rassicurazioni fornite dall’Azienda Kyma Mobilità, la quale aveva minimizzato l’impatto dello sciopero, riducendo la rappresentatività dell’UGL al 15%. Tuttavia, le adesioni effettive hanno superato di gran lunga le previsioni aziendali.

Il sindacato UGL considera questo un passo avanti per non far sentire i lavoratori “ostaggi” di scadenze e decisioni temporanee, auspicando una maggiore attenzione alle loro esigenze. La protesta potrebbe intensificarsi con nuovi sit-in presso il Palazzo di Città e un nuovo sciopero, se non verranno raggiunti accordi più favorevoli, soprattutto in merito al welfare aziendale. L’UGL chiede la proroga dei benefit concessi fino al 31 dicembre 2024, proponendo che essi siano estesi fino alle annualità successive (2025-2027), qualora le trattative sul Premio di Risultato si prolungassero oltre la scadenza di dicembre 2024.

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