“Dal 21 gennaio 2023 con lo sciopero e il relativo blocco del servizio di trasporto pubblico per 4 ore, a oggi sono trascorsi più di trenta giorni senza che la società abbia sentito la necessità di convocare le organizzazioni sindacali promotrici della procedura per cercare di rimuovere le motivazioni alla base della stessa ed evitare la seconda iniziativa di protesta”. Lo scrivono in una nota Francesco Zotti (FILT-CGIL), Carmelo Sasso (UILTRASPORTI), Andrea Basile (UGL AUTOFERRO) e Francesco Albanese (SINAI).
“Questa conduzione “bislacca” delle relazioni sindacali, anche dove i rapporti sono regolati da opportune norme che peraltro è uno dei motivi scatenanti la procedura, oramai è divenuta del tutto insopportabile, costringendo le scriventi a proclamare la seconda iniziativa di sciopero di 8 ore per il 18 marzo 2023”, si legge ancora nella nota.
“Si è tentato, con un preavviso così ampio, di dare all’azienda tutto il tempo di compiere ulteriori riflessioni circa isuoi comportamenti e atteggiamenti e di valutare, in via del tutto eccezionale, la possibilità di mostrare un minimo di rispetto verso le organizzazioni sindacali scioperanti e i lavoratori – prosegue la nota -. A oggi, neanche questa opportunità è stata colta e forse neanche compresa dalla dirigenza a voler essere ancora una volta benevoli”.
“Mentre l’azienda da un lato compie ogni sforzo sperticandosi per cercare di attribuire responsabilità altrui alle organizzazioni sindacali circa lo stallo delle relazioni industriali da loro stessi determinato in spregio anche della legge 146/90 che regola i “conflitti” nei servizi pubblici essenziali, non ci si degna neanche di convocare un tavolo di confronto con le sigle scioperanti volto a evitare i disagi sicuri che un’astensione prolungata di 8 ore provocherebbe all’utenza e alla cittadinanza”.
“Nel frattempo, ai problemi di sicurezza degli operatori diesercizio e dei verificatori impegnati nel servizio di trasporto in senso stretto, si sono tornati ad affiancare ulteriori problemi legati alla sicurezza delle attività svolte dagli operatori del servizio di sosta tariffata a causa del recrudescente fenomeno dei parcheggiatori abusivi con cui spesso gli operatori sono costretti a condividere le zone, non senza momenti di tensione e paura anche per i cittadini/utenti oltre che per le lavoratrici e i lavoratori – scrivono i sindacalisti -. Speriamo che almeno nelle nuove zone individuate a San Vito per la sosta tariffata, e che hanno avuto la priorità e massima attenzione da parte della dirigenza aziendale per poter essere attivate a tempo di record, tali problemi siamo meno evidenti rispetto al borgo”.
Neanche l’oramai universalmente riconosciuto dovere del datore di lavoro di tutelare la sicurezza e integrità dei dipendenti, muove questa dirigenza a compiere un passo di apertura verso i sindacati, che hanno sempre partecipato agli incontri previsti dalla procedura ex. L 146/90 con fare costruttivo, ma senza trovare reciprocità alcuna”.
“Pertanto, per è sporre alla cittadinanza le motivazioni alla base dello sciopero di 8 ore, già proclamato peril 18 marzo, i sindacati indicono un sit-in dei lavoratori per il 9 marzo, che si terrà sotto Palazzo di Città dalle 8.00 alle 13:00. Pur restando come sempre disponibili nelle sedi opportune ad affrontare nel merito e risolvere ove possibile le criticità sopra esposte, non esiteremo un attimo nel proseguire in questa lotta di dignità del lavoro e di rispetto dei lavoratori”, chiude la nota a firma di Francesco Zotti (FILT-CGIL), Carmelo Sasso (UILTRASPORTI), Andrea Basile (UGL AUTOFERRO) e Francesco Albanese (SINAI).
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