TARANTO – È giunta alle prime ore del mattino la nave Geo Barents di “Medici senza frontiere” con a bordo 85 migranti. Un approdo importante e significativo, si tratta del primo dopo il nuovo decreto del Governo Meloni sulle navi ONG. La nave batte bandiera norvegese, e secondo le nuove regole, questi migranti potranno sbarcare a Taranto, ricevere le prime cure nell’Hotspot ionico e poi trasferiti in Norvegia. Molti di questi ottantacinque migranti sono minori non accompagnati, la Geo Barents, con l’aiuto di un rimorchiatore ha ormeggiato poco dopo le sette.
Quattro degli 85 migranti sbarcati a Taranto dalla Geo Barents sono stati portati in ospedale per controlli: due accusano problemi dermatologici, uno un dolore addominale e un altro un trauma a un dito indice. I quattro sono stati accompagnati in ospedale dalla Croce Rossa per gli accertamenti di rito e non è stato neppure chiesto l’intervento del 118 che solitamente interviene per i casi gravi e per le emergenze. Lo si apprende da fonti sanitarie.
Dai primi accertamenti sull’attività di soccorso compiuta dalla nave Geo Barents non sarebbero emerse violazioni del ‘decreto sulle Ong’, anche se sono in corso ulteriori approfondimenti. Lo si apprende da fonti investigative. Quando il ‘decreto sulle Ong’ è entrato in vigore, i migranti soccorsi nel Mediterraneo erano già sulla Geo Barents, quindi la disposizione di legge, entrata in vigore alla mezzanotte ed un minuto del 3 gennaio scorso, non poteva essere violata semplicemente perché non esisteva ancora. Ruota attorno a questo primo ragionamento interpretativo la valutazione degli investigatori, tuttora in fase di approfondimento, che il comandante della Geo Barents non abbia violato il decreto sulle Ong e che la nave non debba essere sottoposta a sanzioni amministrative.
Sulla Geo Barents “non è stata firmata alcuna richiesta di asilo politico, perché sulla barca non si compila alcuna richiesta. I profughi sono stati informati su quali sono i loro diritti e dopo decidono se farlo e se presentare una richiesta alla Questura, poi si vedrà l’esito”. Così Juan Matias Gil, capo missione di Medici Senza Frontiere, ha risposto ai cronisti presenti nel porto di Taranto dove stanno sbarcando dalla Geo Barents 85 profughi.
”E’ stata una missione abbastanza intensa. Il primo soccorso è stato un naufragio: il barchino era in mare da tre giorni e stava imbarcando acqua. Le persone hanno usato i vestiti per tappare i buchi. Molti sono caduti in acqua durante la traversata. La missione è avvenuta di notte. Durante il salvataggio il barchino si è rovesciato e abbiamo avuto 41 persone in acqua per svariati minuti, Sono stati momenti molto concitati tra la vita e la morte. I naufraghi ci hanno confermato che non mancava nessuno all’appello”. Lo spiega Fulvia Conte, coordinatrice dei soccorsi di Medici Senza Frontiere, ai cronisti presenti nel porto di Taranto dove si è concluso poco fa lo sbarco di 85 migranti dalla Geo Barents. “La seconda operazione non è stata un soccorso, ma il trasbordo da un mercantile che faceva rotta dalla Grecia alla Libia che ha soccorso un barchino in vetroresina con 44 persone a bordo, come il Diritto del mare prescrive, perché non sono solo le Ong a fare i soccorsi nel Mediterraneo centrale, e poi il centro di coordinamento italiano ha coordinato il trasbordo”.
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