La giudice del tribunale monocratico di Taranto, Silvia Mauro, ha condannato una nota professionista tarantina, accusata di aver intenzionalmente impedito al padre di una bambina, nata nel 2008, di svolgere il proprio ruolo di genitore per oltre dieci anni.
La sentenza, emessa lunedì 8 maggio, riguardava un processo che ha coinvolto una coppia di Taranto sposata nel 2007, dalla cui unione è nata la bambina all’inizio del 2008. Dopo pochi mesi, il matrimonio è naufragato e il padre ha perso gradualmente la possibilità di vedere crescere la figlia, fino a non avere più notizie.
In seguito alla denuncia dello stesso papà, anche lui noto professionista tarantino, l’ex moglie è stata accusata di aver portato la bambina via da Taranto a Roma senza la sua autorizzazione e, successivamente, di aver continuato a ostacolare il padre nell’entrare in contatto con la figlia.
Anni dopo, la donna è tornata a Taranto e ha continuato a nascondere la bambina utilizzando documenti inefficaci per giustificare la necessità di “segretezza”. Dopo le difese tenute dall’avvocato Mimmo Lardiello e dall’avvocato Franz Pesare, la donna è stata condannata a nove mesi e quindici giorni di reclusione per i reati di sottrazione di minore e mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice.
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