E’ pari a oltre 1 milione di euro il prelievo unico erariale evaso da 2 associazioni culturali tarantine in relazione all’illecito utilizzo di apparecchi e congegni da divertimento, del tipo A.W.P. (“Amusement with prizes”), in grado di corrispondere ai giocatori vincite in denaro.
Questo è il bilancio di alcune mirate attività ispettive svolte dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Taranto a contrasto del gioco illegale e irregolare.
I controlli rappresentano lo sviluppo, sul piano fiscale, di numerose operazioni di servizio condotte dal Reparto che hanno portato all’individuazione e al sequestro di 18 apparecchi da divertimento e intrattenimento non collegati alla rete telematica dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e alla segnalazione alla competente Autorità amministrativa di 2 soggetti.
I finanzieri ionici hanno selezionato i soggetti interessati, titolari di circoli privati, sale scommesse e associazioni culturali del capoluogo, incrociando le informazioni presenti nelle diverse banche dati disponibili con quelle acquisite nel corso di servizi di controllo economico del territorio o attraverso specifiche analisi di rischio e attività di intelligence.
Ricostruito il volume complessivo delle giocate e quantificata in oltre 4,2 milioni di euro la base imponibile sottratta a tassazione, gli investigatori del Gruppo di Taranto hanno constatato l’evasione del prelievo unico erariale per un importo di oltre 1 milione di euro, segnalando alla competente Autorità amministrativa i rappresentanti legali delle 2 associazioni ispezionate.
Il Prelievo unico erariale, istituito nel 2003, è un tributo che grava sui “titolari” degli apparecchi e dei congegni da divertimento ed è commisurato alle somme “giocate” e registrate sui relativi contatori.
I controlli dei finanzieri proseguono senza sosta al fine di prevenire e reprimere ogni forma di illegalità e di abusivismo nel settore dei giochi, compresi quelli “on line”.
Nel settore del gioco pubblico la Guardia di Finanza tutela i giocatori da proposte di gioco illegali, insicure e prive di alcuna garanzia, salvaguardando le fasce più deboli, prime fra tutte i minori.
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