TARANTO – “Significativi incrementi delle concentrazioni degli inquinanti gassosi, in particolare biossido di zolfo e benzene” sono stati registrati a Taranto, in riferimento all’ex Ilva, da Arpa Puglia, Agenzia regionale per la protezione ambientale, e segnalati all’Ispra, al ministero della Transizione ecologica, nonché a Regione Puglia, Prefettura, Comune e Asl Taranto.
Arpa, riporta l’AGI, nella lettera parla di “criticità rilevate dalle reti di monitoraggio della qualità dell’aria ubicate nel comune di Taranto e nello stabilimento Acciaierie d’Italia spa di Taranto e dai sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni convogliate del medesimo stabilimento”.
I DATI E LE DATE DELLE RILEVAZIONI
Le “criticità” ambientali sono state riscontrate nei giorni 22-24 marzo scorsi. “In particolare – scrive Arpa Puglia – si segnala che è stato registrato un superamento del valore limite medio orario di biossido di zolfo alle ore 19 del 22 marzo presso la stazione via Machiavelli, sita nel quartiere Tamburi, con valore pari a 910 microgrammi per metro cubo e, contemporaneamente, un valore massimo orario presso la cabina della rete AdI denominata Meteo Parchi con valore pari a 517 microgrammi per metro cubo”. AdI è la sigla della società Acciaierie d’Italia, ex Ilva, e la centralina menzionata è nel siderurgico. Arpa specifica che “tale condizione costituisce un superamento del limite orario, sebbene non determini un superamento del limite giornaliero e nemmeno della soglia di allarme di 500 microgrammi per metro cubo per 3 ore consecutive”. Per Arpa Puglia, il valore di biossido di zolfo osservato “è elevato e maggiore rispetto al valore previsto quale soglia di allarme (500 microgrammi per metro cubo) che deve però essere mediato su un periodo di 3 ore. La condizione del superamento di tale limite di norma non si è verificata” puntualizza Arpa. L’Agenzia regionale fa infine presente che ex Ilva ha comunicato che a partire dal 21 marzo “sarebbero state avviate le attività di ripristino delle condizioni operative dell’altoforno 4 e che nel periodo di transitorio di riavviamento si sarebbero potute verificare emissioni transitorie”.
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