Nella giornata di giovedì 10 ottobre, la crisi della mitilicoltura tarantina è stata al centro di un’audizione in IV Commissione, richiesta lo scorso 19 settembre dal consigliere regionale Antonio Paolo Scalera.
Durante l’incontro, lo stesso Scalera ha apprezzato la disponibilità di Donato Pentassuglia, assessore regionale all’agricoltura, ad ascoltare le richieste di sostegno dei mitilicoltori di Taranto, nonché le proposte del professor Uricchio, commissario straordinario per la bonifica e riqualificazione dell’area di Taranto.
Per affrontare la crisi che da anni affligge il settore, giovedì 17 ottobre è stato convocato un incontro all’assessorato all’agricoltura, alla presenza dell’assessore, del prof. Uricchio e dei consiglieri regionali di Taranto e provincia.
“Sono convinto che con l’impegno di tutti, la mitilicoltura tarantina, unica attività eco-sostenibile del Mar Piccolo, troverà soluzioni adeguate e tempestive”, ha dichiarato Scalera, ribadendo l’importanza di salvaguardare la “cozza nera”, simbolo di una storia d’amore tra Taranto e i frutti di mare che deve continuare.
Nel corso dell’audizione, Massimiliano Stellato ha illustrato le sue proposte: riprendere le operazioni di bonifica del Mar Piccolo, dichiarare lo stato di calamità per il comparto mitilicolo e incrementare i fondi di indennizzo agli operatori danneggiati. Inoltre, ha suggerito di concedere, anche temporaneamente, un’area in Mar Grande per l’allevamento, al fine di mitigare l’interdizione del primo seno del Mar Piccolo.
Stellato ha sottolineato l’urgenza di riprendere le attività di bonifica, evidenziando però che la struttura commissariale è ancora priva di personale qualificato e fondi necessari. Ha inoltre ribadito la necessità di intervenire subito, anche attraverso il prossimo bilancio regionale, per evitare il collasso definitivo del settore.
Sul fronte del Comune di Taranto, si sta lavorando per concedere uno specchio d’acqua in Mar Grande ai mitilicoltori e fornire supporto alla struttura commissariale per le bonifiche, nell’ambito del Just Transition Fund. Il settore, in ginocchio da tempo, necessita di risposte immediate per garantire la sua sopravvivenza e rilancio.
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