L’Arsenale di Taranto sta vivendo una vertiginosa perdita di personale, passando dai 2.000 dipendenti degli inizi del decennio a poco più degli 800 attuali. Tuttavia, il problema non risiede nella mancanza di lavoro, bensì nella crescente esternalizzazione di tutte le attività di manutenzione delle imbarcazioni.
La vertenza Arsenale di Taranto è al centro dell’attenzione, richiamando domani, mercoledì 28 febbraio, i vertici della Funzione Pubblica CGIL: Florindo Oliverio, segretario nazionale della FP CGIL Funzioni Centrali, e Marco Campochiaro, coordinatore nazionale della FP CGIL Difesa, saranno in riva allo Jonio per discutere della situazione critica.
Grazia Albano, segretaria della FP CGIL, denuncia la scomparsa dell’orgoglio di questa realtà storica e professionale. Mentre il territorio soffre, mancano tracce di piani di rilancio, e il ruolo pubblico dell’attività, che ricorda di dipendere dallo Stato e dal Ministero della Difesa, è trascurato. La natura storica dell’insediamento rischia di essere compromessa.
Mimmo Sardelli, segretario generale della FP CGIL di Taranto, esprime preoccupazione per la poca carne rimasta sull’osso dell’Arsenale, spolpata da appalti e subappalti esterni. Mentre si discute di integrazione dei modelli di sviluppo e diversificazione, manca una vera ipotesi di rilancio per lo stabilimento.
Per sensibilizzare sull’urgenza della situazione, domani, mercoledì 28 febbraio, si terrà un’assemblea del personale civile del Ministero della Difesa, con la partecipazione di lavoratori, segretari nazionali e territoriali della FP CGIL, e Pietro Avellino, coordinatore territoriale della FP CGIL Difesa di Taranto.
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