“Ci sono voluti 18 mesi, conferenze stampa, interventi pubblici, denunce politiche, interrogazioni parlamentari e appelli dei sindaci fino a stamattina perché la montagna partorisse il topolino. Ma se è questo quello che serve affinché il Governo porti a Taranto il rispetto che merita, noi continueremo”. Lo scrive in una nota Mattia Giorno, ex assessore del Comune di Taranto e deputato del PD.
“Questi decreti sono il risultato del nostro costante lavoro di stimolo al Governo; sono il prodotto della sentenza della Corte Costituzionale, intervenuta per ricordare a tutti che la Costituzione e i suoi princìpi non sono in discussione. E tutto questo con la complicità dell’amministrazione comunale e il silenzio assordante del centro-destra ionico”, aggiunge Giorno.
“18 mesi ritardi dall’annunciata nomina del commissario a oggi. 18 mesi per essere fermi sugli stessi progetti (sui quali torneremo) che più volte da dentro la macchina amministrativa ho provato a dire che c’erano e che con le risorse sarebbero stati immediatamente appaltabili. 18 mesi che avremmo potuto risparmiare e che avrebbero potuto produrre già i primi risultati con il vecchio comitato e nel rapporto tra questo, Comune e Regione”, continua il deputato del PD.
”Ora però mancano le risorse liquide in cassa per bandire le gare e per questo, con la stessa forza di chi difende un territorio con orgoglio e amore, continueremo la nostra battaglia perché non si perda più tempo. Per Taranto, per la nostra provincia oggi difesa dai sindaci e per la Puglia”, conclude Mattia Giorno.
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