Tre persone sono state arrestate, sei sono state sospese dall’esercizio di uffici pubblici e ad altre due è stato imposto il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione al termine di un’indagine della Procura di Bari nella quale si contestano, a vario titolo, i reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti.
I fatti si riferiscono al periodo compreso tra settembre 2019 e febbraio 2021 e riguadano le province di Bari e Foggia. Le indagini avrebbero consentito di svelare un “collaudato meccanismo di addomesticamento e manipolazione di procedure di gara relative a lavori eseguiti nella Città metropolitana di Bari e in diversi Comuni del Foggiano”, grazie alla compiacenza di alcuni pubblici ufficiali, “da cui si rileverebbe un quadro inquietante di collusione e mercificazioni seriali della funzione pubblica”.
Le indagini sono state avviate dalla Gdf dopo le rivelazioni di un testimone che ha riferito dei rapporti intercorsi tra un imprenditore di Lucera (Foggia) e un dirigente pubblico, nel corso dei quali i due avrebbero concluso accordi corruttivi su alcune gare di appalto indette da una struttura commissariale.
Le indagini avrebbero raccolto una serie di riscontri che hanno portato all’arresto in carcere per l’imprenditore lucerino e alle misure degli arresti domiciliari per la figlia dell’uomo e per un dipendente del Coni. Secondo l’accusa, l’imprenditore avrebbe dato ordini a un sindaco, avrebbe pilotato la formazione di commissioni aggiudicatrici, individuato preventivamente i partecipanti alle gare, al fine di escludere concorrenti effettivi, il tutto dopo aver ricevuto con largo anticipo informazioni precise sui lavori che sarebbero stati affidati.
Cinque gli episodi corruttivi contestati nei quali sarebbe avvenuta la consegna del danaro: 60.000 euro al soggetto attuatore di una struttura commissariale operante in Puglia, quale corrispettivo per garantire l’aggiudicazione di un appalto integrato relativo alla realizzazione di lavori in bacini idrografici; 5.000 euro a un componente la commissione giudicatrice dell’appalto; 5.000 euro a un funzionario della Regione Puglia; 36.000 euro al componente della commissione giudicatrice di una gara, avente ad oggetto l’esecuzione di un intervento di adeguamento sismico in una scuola primaria; 3.000 euro a un Rup per ottenere l’affidamento di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria del demanio idrico superficiale. Nel corso delle indagini sarebbero state, inoltre, accertate “sistematiche” turbative d’asta in relazione a sette procedure riguardanti altrettanti Comuni dell’entroterra foggiano.
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