FRANCAVILLA FONTANA – C’è ancora speranza per il vecchio capannone tensostatico di Francavilla Fontana? Da anni abbandonato a ridosso della zona Pip, eppure c’è chi immagina un futuro per quella struttura.
Ne abbiamo parlato con l’assessore del Comune di Francavilla Fontana Nicola Lonoce che immagina un recupero completo del tensostatico, magari come campo da tennis o padel. Ne abbiamo parlato nei nostri studi, ricostruendo anche il passato recente, amministrativo e burocratico di quella struttura.
La “Variante” tanto attesa
Intanto, proprio nelle scorse ore, è arrivata una buona notizia per gli imprenditori dell’area industriale, con l’approvazione definitiva della Variante alle norme tecniche di attuazione della zona Pip. Per il sindaco Antonello Denuzzo, “comincia un nuovo capitolo nella storia della Zona Industriale di Francavilla Fontana – quasi mezzo secolo -, perché abbiamo aperto definitivamente le sue porte alle attività commerciali e di servizi.
È la conclusione di un lungo percorso di revisione delle regole comunali per gli insediamenti produttivi che abbiamo intrapreso nel 2019, per consegnare alla Città un’area che rispondesse alle sollecitazioni del mondo che è cambiato e che fosse in grado di generare nuove opportunità di lavoro. Tutto questo in tempo per l’avvio della Zona Economica Speciale che ci interesserà da vicino.
Il confronto con gli imprenditori
La “soluzione” è arrivata, spiega sempre Denuzzo, anche grazie al confronto con gli imprenditori. un confronto che proseguirà secondo le logiche del bene comune e non del consenso.
“Per arrivare a una soluzione – conferma il primo cittadino – abbiamo ascoltato gli imprenditori, che ho sentito affermare una propria idea della città, con al centro principi e valori che nel tempo la politica ha disapplicato, messo in discussione, trascurato, frainteso, esposto alle sentenze della giustizia amministrativa. Considerare questi incontri – con gli imprenditori, con le altre categorie – come appuntamenti di campagna elettorale e domandarsi se spostano consensi è un errore di prospettiva: perché l’impegno civile non può vivere solo dentro i tempi della competizione, muoversi nell’esclusiva logica del voto. Questi confronti devono tenersi a prescindere, per cui ne terremo altri. È il metodo che ci siamo dati fin dall’inizio. Nel rispetto dei ruoli, spetta poi alla classe dirigente fare confluire questa energia positiva dentro una visione di futuro, un progetto di Città”.
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