“Dopo quasi cinque mesi di trattativa, esprimiamo piena soddisfazione per la firma dell’accordo al Mimit che scongiura qualsiasi licenziamento nei siti italiani di Beko”. Così Antonio Spera, segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, ha commentato la conclusione positiva della vertenza che coinvolgeva la multinazionale turca degli elettrodomestici Arçelik-Beko, la quale, lo scorso novembre, aveva annunciato quasi 2.000 esuberi nel nostro Paese.
L’accordo quadro, sottoscritto a Palazzo Piacentini alla presenza del ministro Adolfo Urso, del sottosegretario Fausta Bergamotto, dei vertici aziendali, dei sindacati e delle istituzioni locali, prevede la salvaguardia di tutti i posti di lavoro e la continuità produttiva in ogni stabilimento italiano.
Investimenti e reindustrializzazione
“Il piano Italia prevede 300 milioni di euro di investimenti – ha spiegato Spera – e la reindustrializzazione del sito di Siena, dove i 299 addetti verranno tutti ricollocati. Un risultato reso possibile anche dall’azione decisiva del ministro Urso e dall’uso strategico dello strumento della Golden Power, che ha impedito alla multinazionale di depotenziare la capacità produttiva nazionale come accaduto in Polonia e nel Regno Unito”.
Un metodo da esportare
Il cosiddetto “metodo Beko”, fondato sulla centralità dell’interesse nazionale, la condivisione e la responsabilità sociale, rappresenta secondo l’Ugl un esempio virtuoso da seguire anche in altre crisi industriali. L’accordo vincola l’azienda, fino alla fine del 2027, al solo utilizzo di ammortizzatori sociali conservativi e a uscite esclusivamente volontarie e incentivate.
“Siamo riusciti a dimezzare gli esuberi annunciati e a evitare la chiusura dello stabilimento di Comunanza. È un risultato importante – conclude Spera – e ora l’accordo rappresenta un punto di partenza per costruire un futuro industriale solido e duraturo per migliaia di lavoratori italiani”.
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