FRANCAVILLA FONTANA – Emergono nuovi dettagli sul misterioso ferimento avvenuto lo scorso 29 settembre in un appartamento di Vico Caroli, nel centro di Francavilla Fontana. Insieme al padrone di casa, ancora irreperibile, è indagato anche il 45enne ferito da un proiettile. L’uomo, dopo un ricovero lungo 10 giorni, è stato dimesso dall’ospedale nelle scorse ore. L’ipotesi più accreditata è che il colpo sia stato esploso accidentalmente, mentre i due si passavano l’arma. Questa mattina, perquisizione dei carabinieri nell’appartamento: i cani del Nucleo cinofili non hanno fiutato né armi, né droga, ma i militari hanno sequestrato uno smartphone. Tutti i dettagli nel servizio.
La pistola da cui, lo scorso 29 settembre, partì il proiettile capace di ferire all’inguine un uomo, dimesso dopo dieci giorni dall’ospedale “Antonio Perrino” di Brindisi, potrebbe essere stata portata nell’appartamento di Vico Caroli dallo stesso 45enne, pure lui indagato dalla Procura di Brindisi insieme al padrone di casa, un 35enne già noto alle forze dell’ordine irreperibile da quel pomeriggio e, allo stato, evaso perché già sottoposto agli arresti domiciliari presso una comunità di Bari. Entrambi sono ora accusati di ricettazione e porto d’arma abusiva, oltre che di esplosione pericolosa commessa in concorso di cause.
Spari in abitazione, gli accertamenti sulla pistola
Di più: la pistola da cui sarebbe partito il colpo, una rivoltella Taurus calibro 38 di fabbricazione brasiliana, simile a quella che vi mostriamo in video, sarebbe appunto l’arma consegnata ai carabinieri da un 36enne, in un primo momento accusatosi dello sparo ma, in realtà, lontano da Francavilla Fontana al momento del fattaccio. Era allo stadio di Andria, a tifare Virtus. Ora, si trova in carcere.
A margine della perquisizione dell’appartamento disposta dal pubblico ministero Raffaele Casto, emergono nuovi dettagli su quel pranzo della domenica finito al centro delle cronache. Non si esclude che il colpo possa essere partito per sbaglio, mentre i due amici, chiusi in una stanza, si “passavano” l’arma.
È questa una delle piste su cui si lavora e che dovrà essere confermata o meno dagli accertamenti scientifici disposti sulla rivoltella e sull’ogiva, già consegnata ai carabinieri da un terzo uomo. La perquisizione nell’appartamento, eseguita con l’ausilio di due unità cinofile mirate all’eventuale ritrovamento di armi e droga, ha dato comunque esito negativo. É stato però sequestrato uno smartphone su cui, pure, saranno eseguite ulteriori analisi.
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