Sovraffollamento carceri e strumentalizzazioni: il punto del Sappe

“Ogni anno, con l’arrivo di Ferragosto e la pausa della politica, torna puntualmente alla ribalta il dibattito sulle carceri, sovraffollamento e misure premiali. A sollevare la questione sono spesso coloro che, avendo governato in passato, hanno lasciato deteriorare la situazione carceraria, ora diventata insostenibile con un record di 83 suicidi nel 2022. La situazione attuale, sebbene grave, non rappresenta un’emergenza diffusa come si vuol far credere: esistono notevoli differenze regionali nel sovraffollamento, con alcune carceri che superano il 100% della capienza, mentre altre non sono affatto sovraffollate”. Lo scrive in una nota Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe.

“La cattiva gestione dei detenuti, che grava sulle casse pubbliche con costi enormi, viene strumentalizzata per fini politici senza affrontare seriamente il problema, come l’assenza di cure adeguate per i detenuti psichiatrici o tossicodipendenti, principale causa dei suicidi”, prosegue Pilagatti.

“Il SAPPE, sindacato autonomo della polizia penitenziaria, denuncia che la priorità non è l’aumento dello spazio per detenuto, ma una redistribuzione più equa dei detenuti tra le carceri e soluzioni contro le alte temperature nelle celle. Soluzioni moderne, come strutture modulari già diffuse all’estero, potrebbero risolvere il problema del sovraffollamento e migliorare le condizioni di vita carceraria”, aggiunge il segretario nazionale del Sappe.

“Ma, come sempre, passato Ferragosto, il problema carceri rischia di tornare nel dimenticatoio, lasciando spazio a nuove crisi. Solo interventi concreti e non misure temporanee potranno evitare il disastro imminente. Uno Stato serio deve riprendere il controllo delle carceri, oggi nelle mani dei più violenti, garantendo sicurezza e speranza di reinserimento per tutti i detenuti”, conclude Federico Pilagatti.

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