All’alba di venerdì 15 novembre, la Polizia, eseguendo un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Taranto su richiesta della Procura locale, ha arrestato sette persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, oltre che al favoreggiamento dell’immigrazione irregolare.
I tre considerati gli organizzatori sono stati condotti in carcere, mentre due presunti partecipi si trovano agli arresti domiciliari. Altri due indagati hanno ricevuto il divieto di dimora nel Comune di Taranto.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile sotto il coordinamento della Procura, sono scaturite da un furto denunciato da un’anziana che si avvaleva di una badante georgiana. Gli investigatori hanno scoperto un sistema che sfruttava donne irregolari sul territorio, reclutate da un’associazione di promozione sociale. L’organizzazione collocava le badanti presso famiglie e tratteneva una parte dei loro stipendi, fino a 300 euro al mese, senza regolarizzarne le posizioni lavorative e obbligandole a condizioni di sfruttamento.
Le lavoratrici venivano costrette a superare le 54 ore settimanali e a pagare 7 euro al giorno per alloggi spesso inadeguati. Durante le indagini sono state identificate 11 vittime, ma si ritiene che il numero reale sia molto più alto.
Il G.I.P. ha disposto anche il sequestro preventivo di conti correnti, immobili – uno utilizzato come sede dell’associazione – e un’autovettura. Il volume d’affari generato dall’illecita attività, ritenuto significativo, è in fase di quantificazione.
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