Un’occasione per discutere di sessismo, disabilità e sport. Si è preso in esame il caso Gallipoli – in cui il 20 febbraio scorso, durante un incontro del campionato di promozione pugliese, comparvero alcuni striscioni offensivi contro Paola Vella, presidentessa dimissionaria del Gallipoli Football 1919 – per allargare il grandangolo su un fenomeno, quello del sessismo nello sport, ancora troppo evidente. Di questo si è discusso nell’incontro “Lo sport unisce non discrimina” tenutosi ieri alla presenza dell’europarlamentare del M5s, Chiara Gemma. “Episodi di questo tipo sono gravissimi e non devo essere taciuti o minimizzati. È bene che se ne parli perché chi ha visibilità, come Paola, può sensibilizzare anche giovani ragazze che magari non hanno gli stessi strumenti per combattere un episodio di sessismo che hanno subito nella loro vita. È importante far capire loro, e anche ai ragazzi, che alcuni atteggiamenti non sono tollerabili e che possono essere anche perseguiti a norma di legge”, ha commentato così l’europarlamentare, che poi ha proseguito. “Un certo sessismo è dilagante nella nostra società, spesso sottaciuto ma si avverte facilmente. Sembra quasi che esistano delle regole non scritte diverse per gli uomini e le donne, anche per le attività più comuni. Allo stesso modo le competizioni sportive troppo spesso sono state utilizzate per rivendicare ostilità politiche e sociali, tradendo in questo modo la natura dello sport che invece ha il potere di emozionare, unire persone provenienti da tutto il mondo. Quando si parla di inclusione, nello sport come nella vita, non si può inoltre tralasciare la categoria delle persone con disabilità. L’attività sportiva è infatti un grande strumento di inclusione e di integrazione per tutti coloro che vengono lasciati ai margini della società, comprese le persone con disabilità. È sicuramente un fatto positivo che negli ultimi anni sia aumentata l’attenzione e la popolarità degli sport per le persone con disabilità e delle Paralimpiadi, ma è necessario ricordare che, sebbene sulla carta i disabili abbiano a disposizione tutte le risorse per vedersi garantire l’accesso all’attività sportiva, nella realtà le cose non stanno proprio così e i dati a disposizione rivelano uno scenario desolante. Quando parliamo di sport che unisce e non discrimina – ha concluso Gemma – non possiamo quindi dimenticarci di questa categoria di persone. Ecco perché ribadisco quanto sia fondamentale che la politica europea per lo sport abbia come obiettivo centrale anche l’affrontare i problemi legati alle disabilità e offra soluzioni concrete, affinché il diritto di accesso allo sport sia garantito a tutti e non solo sulla carta”.
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