Vacanze, barche e auto a noleggio, borse griffate: la procura di Napoli ha chiuso un’inchiesta condotta dalla GdF su una presunta corruzione che coinvolge alcuni personaggi di spicco dell’imprenditoria, del sindacato e della pubblica amministrazione. Tra i sette indagati figura anche Danilo Iervolino, ex proprietario dell’università telematica Pegaso e presidente della Salernitana.
Secondo l’accusa, gli episodi di corruzione sarebbero stati commessi per ottenere il parere favorevole, in precedenza negato, dalla divisione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal conservandone però i vantaggi economici e patrimoniali.
Tra gli altri indagati anche il segretario generale del sindacato Cisal Francesco Cavallaro, il segretario generale del ministero del Lavoro Concetta Ferrari e Fabia D’Andrea, all’epoca dei fatti vice capo di Gabinetto del ministro del Lavoro. Gli altri nomi sono quelli di Mario Miele (presidente del consiglio di amministrazione del “Centro autorizzato di assistenza fiscale Cisal srl”, ex consigliere di amministrazione dell’Università Mercatorum e attuale dirigente della Salernitana calcio), Francesco Fimmanò (che avrebbe svolto il ruolo di mediatore) e Antonio Rossi (figlio del segretario generale del ministero del Lavoro).
“Noi parte lesa” Dal canto suo l’Università Pegaso precisa che “si tratta di una vicenda precedente all’attuale gestione, per la quale è stata fornita piena collaborazione alla Procura, che ha qualificato Università Pegaso come parte lesa e si riserva di ricorrere in tutte le sedi a propria tutela”.
Intanto, attraverso un nota, Domenico Colaci, difensore di Francesco Cavallaro, segretario generale della CISAL, precisa che “con riferimento alla notizia inerente il coinvolgimento del Segretario Generale della Cisal in un procedimento penale presso il Tribunale di Napoli, colpisce il fatto che chi ha divulgato tale notizia si sia guardato bene dal dire che il competente Tribunale della Libertà, con venti pagine di motivazione, ha ritenuto insufficienti finanche i semplici indizi di colpevolezza a carico del mio assistito”.
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