TRINITAPOLI – La Prefettura di Barletta-Andria-Trani ha pubblicato la relazione sulle possibili infiltrazioni mafiose che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale di Trinitapoli. L’organo provinciale, insieme alla commissione d’accesso che ha indagato per nove mesi sulla questione, ha individuato il radicamento di gruppi criminali dediti a numerosi traffici illeciti, alcuni dei quali inseriti in un contesto politico che ha poi causato l’interruzione del mandato del sindaco uscente Emanuele Losapio.
Tra i temi maggiormente sotto i riflettori ci sarebbero delle gravi irregolarità nell’affidamento del servizio per la raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, nella gestione degli alloggi popolari, nei servizi di guardiania e di vigilanza dei terreni comunali, nella concessione di contributi e affidamenti di beni mobili e immobili ad una associazione colpita da interdittiva prefettizia. Indagini in corso anche sui legami di parentela con alcuni soggetti appartenenti ai clan che si sono resi protagonisti di due omicidi a Trinitapoli e che avrebbero avuto un ruolo nella politica cittadina.
Nella relazione prefettizia si pone in evidenza la continuità delle condotte illegittime attraverso gli ultimi mandati amministrativi, che chiamerebbero in causa esponenti politici radicati nelle aule di Palazzo di Città e potenzialmente a conoscenza delle componenti illecite esistenti. Gli elementi raccolti avvalorano così il commissariamento di Trinitapoli, che per diciotto mesi, già avviati con lo scioglimento del consiglio comunale ad inizio aprile, non avrà un sindaco in carica.
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