SANTERAMO – Morire per aver negato l’accesso al bagno. Potrebbe essere questa la causa che avrebbe portato Francesco Bradascio, il 49enne accusato dell’omicidio dell’ex assessore comunale di Santeramo, Luigi Labarile, di 71 anni, a strattonare quest’ultimo e fare il modo che la testa sbattesse contro lo spigolo di un muro, rompendo la calotta cranica e causandone la morte. L’ultima parola, però, spetterà all’autopsia affidata dal magistrato della procura di Bari al professor Davide Ferrorelli del Policlinico di Bari.
I fatti nella mattinata di venerdì scorso. Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Altamura intervenuto sul posto, Bradascio sarebbe entrato nell’agenzia assicurativa di Labarile chiedendo di poter utilizzare i servizi igienici. Il titolare dell’agenzia, molto noto in città anche per essere stato direttore di banca, avrebbe negato l’accesso. Di lì sarebbe nata una colluttazione. Il 49enne così avrebbe spinto il 71enne che avrebbe battuto la testa contro uno spigolo cadendo poi a terra. Inutile l’intervento del 118: Labarile sarebbe morto sul colpo. Bradascio, sarebbe stato individuato dai militari di lì a pochi minuti, sempre nelle vicinanze di corso Tripoli, sede dell’agenzia; nel pomeriggio la confessione. Il suo profilo racconta di un uomo dal passato difficile, un contesto lavorativo non roseo tanto da essere seguito dai servizi sociali del comune ma senza instabilità. Mai offensivo e mai sottoposto a un tso. Cosa gli sia passato venerdì mattina per la testa, solo lui potrà raccontarlo.
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