Nel corso di una lunga udienza svoltasi nel pomeriggio di giovedì 14 settembre in Tribunale a Bari sono state ascoltate le due figlie di Michelle Baldassarre, la 55enne trovata carbonizzata e con un coltello conficcato nel torace nelle campagne di Santeramo in Colle (Bari) lo scorso 9 febbraio.
Le ragazze sono state sentite nell’ambito del processo abbreviato a carico del loro padre, ed ex marito della donna, il commercialista Vito Passalacqua, imputato per maltrattamenti a danno della moglie e ai domiciliari da dicembre 2022.
L’uomo non è indagato per la morte della donna, anche se la Procura ha sempre proceduto per istigazione al suicidio chiedendo di recente l’archiviazione, come confermato al termine dell’udienza dall’avvocato delle figlie della vittima, Michele Laforgia.
Per l’ufficio inquirente, dunque, la donna si sarebbe suicidata. Le ragazze hanno raccontato del clima di estrema tensione che si respirava in famiglia ribadendo alcuni concetti già espressi in passato: “Mio padre è sempre stata una persona violenta”, disse una delle due agli inquirenti in una dichiarazione a verbale, ricordando “le continue vessazioni da lui poste in essere nei miei confronti, di mia madre e di mia sorella”.
Nell’udienza di giovedì 14 settembre, gli avvocati dell’imputato, Maurizio Tolentino e Nicola Lanzolla, hanno chiesto l’acquisizione di alcune conversazioni in chat intercorse tra l’uomo e le due figlie tra il 2015 e il 2022. La pm Silvia Curione ha invece chiesto l’acquisizione di alcuni atti presenti nel fascicolo sulla morte della donna, in particolare la perizia medico-legale svolta sul cadavere dal professor Francesco Vinci e una perizia psichiatrica (postuma) effettuata dal professor Roberto Catanesi, ordinario di Psicopatologia forense dell’università di Bari.
Gli avvocati delle figlie hanno chiesto un termine per esaminare questi atti che potrebbero entrare a far parte del processo. Le decisioni su queste richieste verranno prese nella prossima udienza del 28 settembre. Passalacqua, che ha chiesto di essere ascoltato presentandosi in tribunale per la prima volta: ad aprile la sua richiesta di patteggiamento a 3 anni e 6 mesi di reclusione fu respinta dalla gup Anna De Simone.
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