Il Comune di Sanremo ha ufficialmente avviato la procedura di gara per assegnare l’organizzazione del Festival della Canzone Italiana per il triennio 2026-2028, con possibilità di proroga biennale. Una decisione che arriva prima della sentenza del Consiglio di Stato, attesa a maggio, sulla legittimità del bando imposto dal Tar. Il Municipio, dunque, non ha voluto attendere oltre, dando il via all’iter per individuare il futuro assegnatario.
Le richieste del bando
La principale novità riguarda il costo dell’assegnazione, che sale a 6,5 milioni di euro annui, rispetto ai 5 milioni dell’ultimo accordo con la Rai, oltre all’1% degli introiti pubblicitari legati al marchio del Festival. Ma a pesare maggiormente, secondo i vertici di Viale Mazzini, è la serie di eventi collaterali da finanziare, tra cui:
• La trasmissione di Sanremoinfiore, la storica sfilata di carri floreali.
• Un altro evento a scelta dell’amministrazione comunale.
• Due spettacoli in diretta, di cui uno in estate.
• La garanzia di partecipazione dei due vincitori di Area Sanremo e dell’Orchestra Sinfonica.
• L’organizzazione di una cerimonia per la posa della targa del vincitore in via Matteotti.
Il Comune manterrà il controllo sulla sede dell’evento, facendosi carico del canone d’affitto dell’Ariston (circa 2 milioni di euro annui), mentre tutti gli altri costi, inclusa l’organizzazione di un palco esterno con artisti del Festival, saranno a carico del vincitore della gara.
Procedura di gara e possibili scenari
La selezione si svolgerà in due fasi:
1. Valutazione preliminare dei progetti presentati dai candidati.
2. Fase negoziale con il partner selezionato, sulla base di criteri quali la qualità artistica, la valorizzazione del Festival, il ritorno promozionale per Sanremo e il legame con il territorio.
Il bando si rivolge a operatori economici fornitori di servizi audiovisivi nazionali, titolari di un canale generalista in chiaro e con esperienza nell’organizzazione di eventi rilevanti. Una definizione che, pur lasciando aperte le porte alla Rai, potrebbe consentire la partecipazione di altri soggetti, come Warner, che ha già manifestato interesse. Mediaset, invece, avrebbe scelto di restarne fuori.
La reazione della Rai
A Viale Mazzini il bando è stato accolto con sorpresa e irritazione, non solo per l’aumento dei costi, ma anche per il metodo adottato dal Comune, che non ha informato preventivamente l’emittente pubblica. Tuttavia, la Rai non sembra intenzionata a farsi da parte: confida di vincere il ricorso al Consiglio di Stato e, in caso contrario, sarebbe pronta a impugnare un’eventuale assegnazione sfavorevole. E se tutto dovesse andare storto? La tv pubblica potrebbe persino valutare l’opzione estrema: organizzare il Festival altrove.
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