Arriva oggi, martedì 4 giugno, in Cdm un decreto legge con misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste d’attesa e un ddl con misure di garanzia sulle prestazioni sanitarie. Dubbi da parte delle regioni sui fondi.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato le prime misure del Governo per contrastare le liste d’attesa nella sanità. Tra queste, l’aumento del tetto di spesa per l’assunzione del personale sanitario dal 10 al 15%, con l’obiettivo di abolire completamente il tetto entro il 1° gennaio 2025, un cambiamento definito “epocale” dopo 20 anni.
Tuttavia, le risorse disponibili rimangono un nodo cruciale. Raffaele Donini, assessore alla salute dell’Emilia-Romagna, ha espresso preoccupazioni per l’assenza di dettagli sui testi normativi e sulle coperture finanziarie. Critiche sono arrivate anche dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ha definito l’iniziativa una “frottola propagandistica” priva di fondi adeguati, stimando necessari 4,5 miliardi di euro contro i 300 milioni disponibili. Giovanni Migliore, presidente della Federazione delle aziende ospedaliere, ha sottolineato la necessità di un nuovo sistema di monitoraggio e nuove strutture per investire le risorse.
Schillaci ha annunciato che il decreto legge prevede un’agenda pubblica di prenotazione con disponibilità nel pubblico e nel privato convenzionato, oltre a una piattaforma nazionale per monitorare le carenze. Prevista anche una riduzione dell’imposta sugli straordinari del lavoro medico dal 43% al 15% e lo stanziamento di 80 milioni di euro per la salute mentale, un problema in crescita tra i giovani. “L’obiettivo è garantire ai cittadini prestazioni sanitarie nei tempi giusti, perché “le liste di attesa chiuse sono inaccettabili in un paese civile”, ha detto Schillaci.
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