ROMA – Sanità semre più a corto di risorse umane, sono tantissimi in particolare gli infermieri in fuga dall’Italia. Lo spiega Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up. Sono in particolare ben 4mila quelli italiani che hanno trovato lavoro in Germania, e oltre il 70 percento degli infermieri italiani ha trovato lavoro nel sistema sanitario pubblico tedesco. “In particolare, tra il 2021 e il 2022, una media tra i 300 e i 500 infermieri italiani all’anno, ha scelto la Germania per costruirsi un percorso professionale”, dice De Palma che, aggiunge: “è un percorso davvero lontano anni luce da quello italiano”. «La sanità pubblica tedesca presenta una carenza di infermieri che nel 2035 potrebbe superare le 200mila unità. La campagna di reclutamento di professionisti europei è quindi una costante, e al primo posto nelle selezioni ci sono i nostri professionisti, il cui percorso di studi è considerato di gran lunga superiore a quello di un infermiere tedesco. Anche altri paesi europei come noi, quindi – continua De Palma – vivono la piaga della carenza di personale, con l’unica grande differenza che gli ospedali tedeschi sono perle di organizzazione e di rinnovamento strutturale e che gli stipendi degli infermieri sono ben altra cosa rispetto ai nostri. La nostra indagine evidenzia che nulla viene lasciato al caso.
Il percorso di inserimento
In Germania l’infermiere deve seguire un corso in lingua per imparare a parlare tedesco, raggiunto il livello linguistico adeguato ottiene uno stipendio base di 2300 euro netti, escluse premialità e straordinari. I contratti di assunzione sono gestiti direttamente dalle aziende sanitarie tedesche che mettono a disposizione anche monolocali convenzionati, arredati di tutto, a 500 euro mensili comprensivi di utenze.
Ecco perchè gli infermieri scappano
De Palma fa una riflessione sulle differenze tra il sistema Italia e il sistema Germania, giungendo alle seguenti conclusioni: “Ci pare chiaro, quindiche l’infermiere italiano che oggi lavora ad esempio negli ospedali pubblici intorno a Stoccarda, non vive certo una condizione di disagio economico, tutt’altro. In Germania il percorso di lingua tedesca per i nostri infermieri è direttamente gestito da professionisti madrelingua. Nessun professionista italiano sarà mai gettato allo sbaraglio per tappare le falle della carenza di personale, perché senza le dovute conoscenze linguistiche diventa impossibile costruire un rapporto con i pazienti e con il resto dello staff sanitario. Oltre naturalmente alle retribuzioni economiche, di fatto molto lontane dalle nostre”
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