La recente decisione dell’Unione Europea di stanziare 1,3 milioni di euro per affrontare la carenza di operatori sanitari negli Stati membri è un segnale importante. Finalmente, l’emergenza organici viene riconosciuta a livello sovranazionale. Tra i Paesi che beneficeranno di questi fondi c’è anche l’Italia.
Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute, ha accolto positivamente l’iniziativa, pur avvertendo che non basterà a risolvere da sola i problemi. “Il nostro Servizio Sanitario Nazionale è al collasso. Nonostante alcuni interventi recenti, gli stipendi rimangono una questione cruciale”, ha dichiarato Giuliano, citando in particolare la situazione degli infermieri. “Lo stipendio d’ingresso in Italia è di circa 1.700 euro, mentre in paesi come la Norvegia, che vanta il miglior rapporto infermiere-paziente in Europa, si offrono contratti a tempo indeterminato con salari tra i 2.700 e i 3.500 euro netti, oltre a una serie di benefit significativi”.
Secondo Giuliano, questa differenza spinge molti professionisti della salute a lasciare l’Italia, e i dati lo confermano: tra il 2021 e il 2022, oltre 15mila infermieri hanno abbandonato il settore pubblico, e più del 20% di questi ha cambiato completamente settore lavorativo.
Giuliano conclude sottolineando la necessità di un intervento strutturale: “Adeguare gli stipendi alla media europea, creare opportunità di carriera, migliorare il welfare e garantire sicurezza sul lavoro sono gli unici modi per salvare il SSN. Senza queste misure, il futuro della sanità italiana è compromesso”.
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