CEGLIE MESSAPICA – Dopo il sopralluogo operato dalla Asl di Brindisi all’interno del Centro Riabilitativo San Raffaele di Ceglie Messapica, la Fondazione replica punto per punto all’azienda sanitaria.
San Raffaele, la nota della Fondazione
“La Fondazione San Raffaele – si legge nella nota a firma del presidente Sergio Pasquantonio – esprime profondo sconcerto in merito a quanto sta accadendo sul passaggio di gestione del Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica da formalizzarsi entro il 1° dicembre. Ci pare inopportuno e imbarazzante il comportamento assunto in primis dalla ASL di Brindisi che ad una settimana circa dal subentro nella gestione diretta della struttura non ha ancora provveduto a definire con la Fondazione le reciproche posizioni di dare/avere. Proprio il mancato soddisfo del rilevante credito maturato dalla Fondazione nei confronti della ASL di Brindisi non ha consentito al gestore attuale di procedere al pagamento dei debiti nei confronti del personale e dei fornitori. Debiti che non possono essere coperti dalle entrate mensili ridotte dalla ASL sulla base dell’attuale configurazione assistenziale imposta alla Fondazione che non ha consentito la piena operatività della struttura. Situazione alla quale si aggiunge la mancata collaborazione della ASL brindisina sulla definizione delle attrezzature di proprietà del gestore attuale presenti presso il Centro. Irricevibile e irrispettosa la diffida della stessa ASL nei confronti della Fondazione “a non procedere allo spostamento di qualsivoglia materiale/attrezzatura presente presso il Centro, attrezzatura che, allo stato e fatta salva differente valutazione, deve intendersi ad interesse di acquisizione da parte di questo Ente”. Valutazione più volte, da settimane, sollecitata senza ricevere risposta alcuna da parte della ASL se non una convocazione di incontro fatta dalla stessa per ieri al quale poi nessuno di loro si è presentato lasciando Dirigenti e consulenti della Fondazione in attesa per oltre 5 ore senza alcun avvertimento e spiegazione.
San Raffaele, “77esima ispezione da parte di Asl”
La critica si estende anche all’ispezione di mercoledì mattina.
“Nel corso della stessa mattinata – ricorda Pasquantonio – Direttore Generale, Amministrativo e consulenti della ASL si sono presentati in struttura per la 77° ispezione con stampa al seguito in palese violazione di tutte le norme civile e penali a tutela della privacy di pazienti ed operatori. A margine di detta “visita” il Direttore Generale ha convocato la stampa locale per denunciare “rilevanti irregolarità” in completo contrasto con i verbali redatti dai suoi stessi funzionari che hanno invece attestato la piena e totale operatività del Centro e degli operatori che vi lavorano e che, nonostante le difficoltà oggettive legate al momento, continuano a garantire assistenza, competenza, serietà e rispetto nei confronti di pazienti e familiari. Contestualmente la Fondazione veniva ispezionata anche dal Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute NAS di Taranto che a seguito di un accurato sopralluogo smentiva nuovamente quanto dichiarato dalla ASL alla stampa. La Fondazione nei confronti della Asl si riserva ogni diritto, azione e ragione per la divulgazione di errate e fuorvianti comunicazioni che hanno arrecato gravissimi danni d’immagine ai lavoratori stessi oltre che al gestore. Ora ciò che più ci sta a cuore, come sempre ribadito, è il paziente che deve essere sempre messo al centro di ogni cosa e tenuto fuori da polemiche becere e dispetti strumentali. Pazienti dei quali pare si sia invece dimenticata la Regione Puglia, il suo Assessore alla Sanità e il neo Assessore al Bilancio a cui chiediamo cosa succederà l’1 dicembre agli ammalati che allo stato attuale rischiano di restare senza letti, medicinali, monitor e attrezzature? Auspichiamo che la coscienza di qualcuno risponda. Non a noi. A loro che resteranno”.
Amati replica alla replica
Anche l’assessore regionale Fabiano Amati dice la sua.
“Dopo 24 anni in cui ci si ricordava solo dei gestori privati del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica, con mille opacità, noi – scrive Amati – ci siamo ricordati dei malati e anche di quelli purtroppo deceduti e mal curati, valorizzando le testimonianze del personale e dei familiari. Mi pare sia giunta l’ora di interrompere ogni fare polemico, anche per evitare di farmi ricordare il dolore e le lacrime che ho visto in questi ultimi mesi, e favorire il transito dal privato alla ASL. Circa le pretese economiche mi permetto di rivolgere una istanza dotata del più opportuno senso d’umanità: non bisogna usare la leva dei malati per richiedere soldi che, solo se fondati, sarà giusto pagarli, altrimenti spetterà a un Giudice stabilire il da farsi, così come avviene in ogni posto in cui vigono i principi di legalità.”
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