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Mamma e amante a processo: violenze su figlia. Narcotizzava marito per agire

La mamma e l’amante “telefonico” sono finiti a giudizio per presunti  abusi virtuali e violenze fisiche su una ragazzina di 13 anni. Secondo l’accusa, la ragazza era costretta a compiacere l’uomo in ogni sua perversione sessuale. Il gip Angelo Zizzari ha disposto un decreto di giudizio immediato che ha portato all’arresto dei due. Il 52enne è accusato di stalking, mentre entrambi sono accusati di pornografia minorile e tentata violenza. La donna è inoltre accusata di maltrattamenti in famiglia.

Il calvario della 13enne è cominciato circa 4 anni fa, quando sua madre ha iniziato una relazione con un uomo milanese conosciuto su Instagram. La relazione aveva dei contorni poco chiari e a un certo punto coinvolgeva anche la figlia. Per soddisfare le sue perversioni, la donna somministrava al marito cinque ansiolitici al mattino e cinque alla sera, nascosti nel caffè. Gli inquirenti sono venuti a conoscenza di diversi episodi, tra cui il controllo esercitato dall’uomo tramite un’app che gli permetteva di “osservare” madre e figlia a distanza. In pochi mesi, la ragazzina avrebbe ricevuto oltre 85.000 messaggi. La terribile vicenda è terminata con la denuncia dei familiari della minorenne presentata ai carabinieri lo scorso gennaio.

Il dibattimento inizierà il prossimo 6 novembre e gli imputati sono difesi dagli avvocati Paolo Formato e Speranza Faenza. La 13enne è assistita dall’avvocata Paola Scialpi.

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