L’inchiesta sulla presunta manipolazione di appalti pubblici nel Salento ha raggiunto un punto di svolta con l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Lecce, che ha portato all’arresto di tre sindaci e all’emissione di diverse misure cautelari e interdittive.
Dall’indagine agli arresti: la svolta nell’inchiesta
Già lo scorso gennaio, il GIP di Lecce Stefano Sala aveva notificato 25 decreti di fissazione dell’interrogatorio preventivo, finalizzati alla valutazione di eventuali misure cautelari nei confronti degli indagati. Ora, con l’esecuzione degli arresti e delle misure interdittive, l’inchiesta ha assunto contorni ancora più definiti, gettando un’ombra pesante sulla gestione degli appalti pubblici nei comuni coinvolti.
I sindaci arrestati e gli imprenditori coinvolti
Tra i destinatari delle misure restrittive figurano:
• Ernesto Toma, sindaco di Maglie, posto agli arresti domiciliari.
• Salvatore Sales, sindaco di Sanarica, anche lui agli arresti domiciliari.
• Antonio Rocco Cavallo, sindaco di Ruffano, condotto in carcere.
L’inchiesta ha coinvolto anche diversi imprenditori locali, tra cui Marco Castrignanò, rappresentante della Castrignanò Vivai Srl, ritenuto uno degli artefici del sistema illecito per l’assegnazione degli appalti.
I reati contestati
Le accuse mosse agli indagati includono:
• Associazione a delinquere
• Corruzione e corruzione elettorale
• Falso in atto pubblico
• Turbativa d’asta
• Frode in pubbliche forniture
• Truffa ai danni dello Stato
Un sistema illecito negli appalti pubblici
Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe pilotato gare d’appalto a favore di imprese compiacenti, in cambio di favori, denaro e vantaggi personali. Un meccanismo che, stando alle indagini, si sarebbe ripetuto sistematicamente, alterando la concorrenza e la trasparenza negli affidamenti pubblici. Oltre alle misure restrittive, sono state disposte sei interdizioni dai pubblici uffici e il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per alcuni degli indagati.
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