BRINDISI- “Brindisi è la culla della sacra corona unita e i maggiori capo clan dell’epoca, dal carcere, hanno continuato a gestire il territorio e a breve, essendo in scadenza la custodia detentiva, si paventa il pericolo di un incremento delle loro attività criminose”: lo ha detto il prefetto Carolina Bellantoni in occasione della riunione della commissione Regionale di studio e inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia.
Nel territorio i gruppi criminali di tipo mafioso hanno “stipulato una pace per gestire meglio gli affari ed ingerirsi nella parte sociale”. Le maggiori famiglie presenti sono i mesagnesi (gruppi Rogoli, Campana, Vitale, Pasimeni e Vicentino) i tuturanesi (gruppo Buccarella) ed ulteriori “sotto clan che interessano il capoluogo brindisino con i Brandi-Morleo”.
Questi i dati pubblicati dalla relazione della Dia relativa al secondo semestre del 2021.
Le tre tipologie di criminalità brindisina delineate dal procuratore Antonio De Donno
Nello stesso contesto il procuratore della Procura della Repubblica di Brindisi, Antonio De Donno ha illustrato il continuo evolversi delle organizzazioni criminali brindisine in cui possono individuarsi tre tipologie: “una prima caratterizzata da una cultura mafiosa radicata agli anni 90 contrapposta allo Stato, una fascia intermedia consolidata in clan, che presidia i singoli territori con forte capacità di intimidazione, i cui reati afferiscono al settore della droga, agevolati dalle sponde albanesi e slave e dell’estorsione. Il terzo livello è quello dei giovanissimi che non possono ancora esercitare il traffico di stupefacenti, ma commettano reati violenti (es. sparatorie) con motivazioni pretestuose per salire nella scala gerarchica ed essere accreditati nel modo della droga”.
Leggi anche: “Ascesa delle nuove leve Scu nella relazione Dia primo semestre”
Il traffico di droga continua a essere il sostentamento delle famiglie dei detenuti
Nel solco del passato il traffico di sostanze stupefacenti continua a rappresentare il settore di più vasta portata criminale che garantisce sicuri e stabili guadagni parte dei quali peraltro impiegati per il mantenimento delle famiglie dei detenuti. L’ingravescente fenomeno denota segnali di ripresa e vede sempre più coinvolte organizzazioni criminali albanesi che operano in stretto contatto con quelle salentine. L’assunto trova conferma anche nella recentissima azione di contrasto del 22 gennaio 2022 condotta dalla Guardia di finanza che ha evidenziato la presenza a Brindisi di un’organizzazione criminale transnazionale dotata di disponibilità finanziarie e logistiche, nonché dedita al trasporto e alla commercializzazione sul territorio italiano di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente.
Il sodalizio tra organizzazione balcanica e il gruppo mesagnese: eroina e cocaina da Turchia e Olanda
In particolare, il gruppo mesagnese costituisce il terminale italiano di un’organizzazione balcanica in grado di importare nella provincia brindisina significative partite di eroina e cocaina rispettivamente in arrivo dalla Turchia e dall’Olanda quindi successivamente smistate sulle diverse piazze di spaccio della regione pugliese ed in provincia di Reggio Calabria. Il contesto investigativo ha tra l’altro evidenziato la capacità di interazione con la ‘ndrina Cua-Ietto-Pipicella di Careri (RC).
L’holding brindisina del gaming online, slot machine e videopoker legata ai Casalesi
Di particolare interesse sono stati i riscontri investigativi della recentissima indagine “Nautilus” dell’11 gennaio 2022 che ha fatto luce su un gruppo criminale accusato di aver costituito una vera e propria holding dedita al gaming on line illecito sul territorio nazionale ed estero, avvalendosi anche dei legami con i vertici dei Casalesi. Fra gli indagati emerge un personaggio di spicco del vecchio contrabbando di tle brindisino dedito per conto della scu brindisina “anche ad altri affari illeciti fra i quali quelli connessi alla gestione delle slot machine, dei videopoker e dei giochi elettronici in generale e delle scommesse online”.
La mafia degli affari sacrista intrecciata alla politica locale: i casi di sviluppo turistico a Carovigno e Ostuni
Nel semestre di riferimento la spiccata vocazione relazionale della sacra corona unita brindisina finalizzata all’attuazione di un più evoluto modello di mafia degli affari si sarebbe estrinsecata in maniera silente cercando punti d’incontro con la parte compiacente della politica locale inserirsi nel controllo dei settori più proficui dell’imprenditoria. Lo dimostrano sia i provvedimenti interdittivi antimafia emessi dal Prefetto di Brindisi molti dei quali riguardanti ditte aventi sede legale nella zona compresa tra Carovigno e Ostuni, sia gli insediamenti delle commissioni di accesso ispettive ex art. 143 TUEL che hanno interessato proprio le amministrazioni comunali di quell’area geografica dove, tra l’altro, i gruppi criminali mostrano particolare interesse per tutte quelle attività che ruotano attorno allo sviluppo turistico.
A seguito dell’attività ispettiva svolta anche con il contributo della Dia il 27 dicembre 2021 il Consiglio dei Ministri su proposta del ministro dell’Interno del 23 dicembre 2021 ha deliberato lo scioglimento del consiglio comunale di Ostuni e l’affidamento della gestione ad una commissione straordinaria per la durata di 18 mesi.
Rapine e macrocriminalità nel brindisino: il modus operandi dei gruppi baresi e foggiani
Le organizzazioni criminali brindisine continuano a dimostrare particolare efferatezza nella commissione dei reati contro il patrimonio, rapine consumate anche in pieno centro cittadino. Tali figure delittuose riconducibili sia ad aspetti di criminalità comune che di macrocriminalità non escludono stante il tipico modus operandi il coinvolgimento di gruppi composti da soggetti di origine barese e foggiana
Il porto di Brindisi rappresenta ancora uno snodo nevralgico non solo per l’importazione di merci contraffatte da commercializzare nel territorio nazionale, ma anche per gli sbarchi di migranti clandestini.
Analogamente al semestre scorso numerosi sono stati in molti comuni della provincia i sequestri di armi e munizioni.
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