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Reati ambientali sulle coste, maglia nera per Puglia e Basilicata

ROMA – La Puglia seconda in Italia per numero di reati ambientali nel 2022: cemento illegale, inquinamento, maladepurazione e pesca di frodo mettono sotto scacco il mare italiano e le aree costiere. Sono ben 19.530 i reati ambientali accertati nel 2022 lungo le coste italiane, con un +3,2% rispetto al 2021, mentre gli illeciti amministrativi, 44.444, sono cresciuti del 13,1%. Diminuiscono invece, anche se di poco (-4%), il numero delle persone denunciate e arrestate (19.658) e in maniera più significativa quello dei sequestri (3.590, con una riduzione del -43,3%). La classifica sugli illeciti ambientali sulle coste Il 48,7% dei reati del report Mare Mostrum 2023 è stato accertato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, con la Campania che guida la classifica nazionale con 3.345 reati (pari al 17,1% del totale nazionale), seguita da Puglia (2.492 reati), Sicilia (2.184), Lazio (1.741) e Calabria (1.490 reati). La Toscana è in sesta posizione come illeciti penali (1.442), ma è al secondo posto dopo la Campania come illeciti amministrativi (4.392), seguita dalla Sicilia (4.198 illeciti e ben 8.712 sanzioni). Per quanto riguarda la classifica delle infrazioni per chilometro di costa, la Basilicata si conferma la prima regione come numero di reati e illeciti amministrativi accertati (32,7 per ogni chilometri) seguita quest’anno dall’Emilia-Romagna con 29,1 infrazioni (era al quarto posto nel 2021), dal Molise (28), dall’Abruzzo (27,8) e dal Veneto (24 reati e illeciti amministrativi per ogni chilometro). La maladepurazione resta una delle principali emergenze croniche da affrontare. Ancora oggi, infatti, sono quattro le procedure d’infrazione decise dall’Unione europea e attive nei confronti dell’Italia in tema di collettamento, fognatura e depurazione. E sui prodotti ittici, nel 2022 sono state oltre 400 le tonnellate complessive sequestrate, quasi 1.097 chilogrammi al giorno. La Sicilia primeggia con oltre 129 tonnellate, mentre le prime cinque regioni (Sicilia, Puglia, Liguria, Veneto e Toscana) coprono oltre il 76,3% dei sequestri effettuati lo scorso anno.

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