CEGLIE MESSAPICA – Secondo Giusy Resta, consigliera comunale di opposizione di Ceglie Messapica, si tratta di un linguaggio “volgare e sessista, a prescindere se quell’insulto fosse o meno riferito a me”. Di certo, la frase “Quanto sei brutta”, seguita da una bestemmia che offende decoro e cari estinti, è stata pronunciata da un consigliere durante l’intervento in assise della Resta che, martedì pomeriggio, stava esprimendo la sua dichiarazione di voto riguardo ad una mozione in odor di cultura. Poi, ad un certo punto, da qualche microfono lasciato aperto, è stata amplificata la frase, invero fastidiosa e destinata a far discutere. Tutto documentato in diretta e pure nella registrazione postata su Facebook dalla stessa consigliera Resta. Cliccare, sul video in basso, per credere.
“Quanto sei brutta”: insulto sessista in consiglio comunale
“Ascoltate attentamente in sottofondo – scrive la Resta – il linguaggio sessista e da bar di un consigliere comunale. Il livello che abbiamo è questo. Pensavo si fosse toccato il fondo, ma stiamo ahimè scavando! Cosa abbiamo fatto per meritarci questo?!”.
La Resta attende ora “scuse pubbliche che mi aspetto, quanto meno, dal sindaco e dalla sua maggioranza, oltre alle dimissioni del consigliere maleducato. Quanto successo – spiega la Resta ad Antenna Sud – non deve più accadere. Né a me, né a nessun altro o altra”.
“Quanto sei brutta”, “ma non era riferito alla Resta”
Arriva a stretto giro la replica dell’autore della frase, ovvero il consigliere comunale Domenico Lacala. Con una breve nota, Lacala spiega le circostanze dell’accaduto, negando che la frase fosse rivolta alla collega consigliera.
“In merito ad un video circolato nelle scorse ore, anche vedendo senza pregiudizio il video si nota chiaramente che la sconveniente mia frase non poteva essere rivolta alla consigliera comunale, che tra l’atro, in quel suo intervento si dichiarava quasi d’accordo con l’Amministrazione comunale. La mia imprecazione riguardava una foto ricevuta privatamente e che nulla aveva a che vedere con i lavori del consiglio. Mi scuso ancora per l’equivoco e chi mi conosce sa bene che non è mia abitudine esprimermi, né in pubblico e né in privato, in quel modo nei confronti di una donna”.
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