Puglia e Basilicata si collocano tra le quattro regioni italiane più esposte a elevato stress idrico, insieme a Calabria e Sicilia, con un tasso massimo di 5 su una scala fino a 5.
Questo allarmante scenario è stato fotografato dalla Community Valore Acqua per l’Italia di The European House-Ambrosetti, che evidenzia come la siccità nel paese abbia raggiunto livelli preoccupanti. Nel corso dell’ultimo anno, l’Italia ha perso il 51,5% delle risorse idriche rinnovabili rispetto alla media storica dal 1950.
Oltre a Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, altre otto regioni italiane sono ad alto stress idrico: Campania, Lazio, Marche, Umbria, Toscana, Molise, Sardegna e Abruzzo. Si prevede che entro il 2030 lo stress idrico peggiorerà ulteriormente, con un incremento dell’8,7% in Liguria, del 6,1% in Friuli-Venezia Giulia e del 5,7% nelle Marche.
Secondo il report, nel 2023 l’aumento delle temperature e l’impatto delle attività umane hanno esercitato ulteriore pressione sulle risorse idriche. L’Italia si posiziona così al quarto posto nell’Unione Europea per stress idrico, con un indice di 3,3 su 5, superata solo da Belgio (4,4), Grecia (4,3) e Spagna (3,9). Tra i settori più colpiti dal riscaldamento globale e dalla siccità figurano l’agricoltura e l’idroelettrico.
Anbi: “Situazione idrica drammatica nel Mezzogiorno”.
E’ drammatica la situazione idrica nel Meridione d’Italia, soprattutto in Sicilia, alle prese con siccità e crescenti razionamenti d’acqua. Lo scrive l’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche.
Nonostante maggio sia stato più piovoso del consueto, dal 1° settembre 2023 il deficit di pioggia in Sicilia tocca circa i 300 millimetri. I 453 millimetri d’acqua, caduti sull’Isola negli scorsi 12 mesi sono di poco superiori alla “cumulata” registrata durante la grande siccità del 2022.
Evidente è il caso di Catania, dove in 12 mesi sono caduti 240 millimetri di pioggia, corrispondenti al 40% della norma, allineando la città ai livelli di alcune zone aride del Marocco o della Libia. Emblematica è anche la situazione della zona dell’Etna, dove normalmente piove molto, ma che da un anno ha visto mancare (a Linguaglossa) ben 1145 millimetri di pioggia.
I bacini siciliani trattengono ormai meno di 300 milioni di metri cubi d’acqua. In Basilicata, in una sola settimana di grande caldo, gli invasi sono calati di oltre 10 milioni di metri cubi, elevando il deficit sul 2023 a quasi 171 milioni di metri cubi.
Analoga condizione si registra in Puglia: nei bacini mancano all’appello oltre 154 milioni di metri cubi rispetto al 2023. In Campania la situazione idrica è a macchie di leopardo, mentre resta precaria la Sardegna: le aziende agricole di Posada verranno rifornite d’acqua tramite autobotti, perché l’invaso Maccheronis trattiene solamente 7,68 milioni di metri cubi (l’anno scorso erano 23,23). Senza significative piogge, dovranno bastare per l’intera estate.
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