“Da mesi denunciamo l’allarmante situazione carceraria in Puglia, caratterizzata da un tasso di sovraffollamento medio del 165%, il più alto a livello nazionale. Nonostante ciò, l’amministrazione penitenziaria sembra indifferente, e la regione registra la più bassa percentuale di poliziotti/detenuti in tutto il paese”, scrive in una nota Federico Pilagatti, segretario nazionale del SAPPE, il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria.
“La sicurezza nelle carceri pugliesi è azzerata, ma la politica, guidata dal vice ministro alla giustizia Sisto e dai parlamentari pugliesi, oltre ai vertici del DAP, ignorano le richieste di aiuto provenienti dalla regione”, aggiunge Pilagatti.
“Il SAPPE ha denunciato l’aumento esponenziale dei detenuti, portando a una situazione di sold out nelle carceri pugliesi, dove non ci sono più posti disponibili. I dati sono drammatici, con incrementi a Taranto (+185%), Foggia (+190%), Lecce (+180%), e Bari (+170%), sottolinea preoccupato Pilagatti.
“Questo sovraffollamento, oltre a mettere a rischio la sicurezza, comporta conseguenze finanziarie a carico degli italiani, con la “sentenza Torregiani” che obbliga al pagamento di compensi ai detenuti. La situazione rischia di condurre la regione a una condanna europea per presunti casi di tortura contro i detenuti”, continua il segretario nazionale del Sappe.
“Ogni blitz delle forze dell’ordine è ora un’impresa impossibile per trovare spazio nelle carceri pugliesi, e la situazione si riflette in episodi come evasioni, suicidi, rivolte e proteste. Nonostante i dirigenti e i politici siano remunerati generosamente, la mancanza di programmazione e piani adeguati dimostra superficialità ed indifferenza. Un esempio è la diminuzione dei poliziotti penitenziari da oltre 2500 nel 2001 a poco più di 2000 oggi, mentre i detenuti sono aumentati in modo impressionante”, conclude Pilagatti.
Il SAPPE fornisce i dati aggiornati al 31.01.2024, evidenziando la gravità della situazione carceraria in Puglia. La regione è sull’orlo del collasso, e la responsabilità di tale crisi è attribuita a dirigenti e politici che, nonostante la drammaticità della situazione, non intraprendono alcuna azione.
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